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sabato 21 giugno 2014

Le buche




- Papà, il camion che ci ha portato le piante ha fatto un sacco di buche sulla strada in comune con i nostri vicini. Nella salita per entrare nella trazzera ci sono come delle voragini. -
- ... uhm ... bel problema! Adesso bisognerà pensare a tapparle buttando del calcestruzzo! -
- Quando lo facciamo? -
- Prima possibile ... anzi subito ... se dovessero arrivare dei clienti al B&B, non è bello far trovare la strada in queste condizioni. -
- Chiamo Pippo, per darci una mano? -
- Sì. Ce n'abbiamo di brecciolino (pietrisco; nota del traduttore)? -
- No, è finito ... allora bisogna chiederlo a Pippo. -
- A quale? -
La domanda di mio figlio non è peregrina. A Noto si è sicuri di coprire buona parte della popolazione maschile con i nomi di Pippo e di Corrado.
Sono sicuro che se un giorno vado in piazza e grido i due nomi due terzi dei presenti si volterebbe!
- Quello dei materiali edili! -
- Ce ne sono due, papà! -
- Quello più giovane! -
Che fatica!
Siamo sulla terrazza della casa. Sulla collina di fronte una donna canta una vecchia canzone di Morandi con voce sgraziata e stonata. Il vento ci porta quel suono.
- Ma quando le viene una faringite a quella lì? - domanda sconsolato il mio primogenito.
Rido.
Scorgo Neve, la mia bianca cagna, drizzarsi e cominciare a ringhiare. Dopo qualche secondo percepisco il rumore d'una macchina arrampicarsi su per la collina. Il ruggito del motore si fa più insistente mentre la vettura avanza la ripida salita, ne vedo ben presto il muso: una Peugeot bianca.
Neve adesso abbaia furiosamente.
- Il meccanismo automatico di chiusura del cancello non funziona più? - chiedo.
- Sì, ma l'ho bloccato quando è venuto il camion con le piante. -
Mio figlio si becca il mio sguardo di rimprovero.
Andiamo incontro alla macchina che s'è fermata sul piazzale davanti alla casa.
- Buona, buona ... - dico a Neve accarezzandole la poderosa testa.
La cagna si cheta solo dopo aver emesso un leggero guaito di disappunto.
La portiera della macchina si apre. Rassicurato ne esce un signore tutto vestito di bianco, non molto alto e con una pancia tanto prominente che se non fosse retta dalla cintura marrone dei pantaloni striscerebbe per terra. L'uomo deve avere più o meno la mia età ed i suoi capelli sono canuti, quasi immacolati mentre il viso abbronzato è vivacizzato da due occhi azzurri che sembrano voler guardare dappertutto.
- Buongiorno. - diciamo mio figlio ed io.
- Bonciorno. E' lei il padrone di qui? - chiede guardandomi.
- Sì. -
- Ma che state facendo qui? -
- In che senso, scusi? -
- State facendo una albergo, un bibì (un B&B; ndt)? ... cosa state facendo? -
- Scusi, ma a lei cosa gliene importa? -
Mi fa un sorriso ruffiano.
- Sono uno dei suoi vicini, quello all'inizio della trazzera. -
Ah, adesso capisco ... so chi è. E' la prima volta che l'incontro. Sua moglie deve essere la signora di mezz'età che veniva regolarmente a curiosare durante i lavori della costruzione della casa. Quando recintammo la proprietà le togliemmo il passatempo. Spero che non l'ha inviato la moglie impicciona.
- Cosa posso fare per lei? -
- ... tappare i buchi ... perché sennò i miei figli se li portano via! -
- Quelli da trasuta da trazzera (dell'entrata del tratturo; ndt)? - chiedo usando un po' di vernacolo locale.
- Ma che fa? Lei sicilianu parla? -
- Picchì? Ci pari strano? (Perché? Le sembra stano?; ndt) -
- Da quando arrivai mi staiu sfuzzando a parlari italianu?  (ma perché non ve lo traducete un po' voi?; ndt) -
- ... e parlasse sicilianu, nun si sfuzzasse ... iu a capisciu - non guardo mio figlio ma sento che si sta divertendo da morire - Che ci trasunu i sa fighi? (beh, v'aiuto un po': Cosa c'entrano i suoi figli?; ndt) -
- I ma fighi sunnu agli arresti domiciliari e i carabbinieri vengunu a contrulari ogni jornu e cu i puttusa na strada nu possunu acchianari ca macchina e m'annu dittu che si nun possunu contrulari annu attaccari i ma fighi! (non posso esimermi ... ma perché non imparate un po' il siciliano? ... I miei figli sono agli arresti domiciliari ed i carabinieri vengono a controllarli ogni giorno. A causa dei buchi nella strada non possono arrivare fino a noi ed hanno minacciato che li portano in prigione se non la si ripara!; ndt) -
Guardo quegli occhi azzurri e mi domando se mi stanno prendendo in giro. Mi erano giunte voci che nelle vicinanze ci fossero due fratelli con precedenti per spaccio di droga ... in ogni caso le buche sono da coprire!
- Ci dicisse o carabbinieri che c'arripizzu a strata ... nun ci su poblemi, m'a fari puttari u bricciolinu ... e poi facimu u travaghiu. Ci dugnu à ma parola. (dica ai carabinieri che sistemerò la strada ... non ci sono problemi, mi devo solo far portare il pietrisco ... e poi faccio il lavoro. Le do la mia parola.; ndt) -
Sembra rassicurato.
- Ma uno che veni du continenti come s'amparau u sicilianu? (ma uno che viene del continente com'ha fatto ad imparare il siciliano?; ndr)
- Nisseno sono. -
Ci porge la mano prima a me e poi a mio figlio.
Neve guaisce. La calmo grattandole la testa.
Mentre risale in macchina gli chiedo.
- Come si chiama vossia? -
- Pippu -
- ...e te pareva! - mi sussurra mio figlio.