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domenica 22 giugno 2014

L'arancino sexy


- Tu pensi che sia grave? -
Guardo Giovanni da sopra i miei occhiali da presbite.
- Sia grave, cosa? - domando.
- Che io possa piangere. -
- Dipende ... -
- Dipende da cosa? -
- Dalla ragione che ti spinge a commuoverti. -
- Ieri ho pianto di fronte ad una fotografia d'un arancino.-
La voce di Giovanni è incolore.
Mi tolgo gli occhiali che mi sono serviti per leggere la locandina di fronte al cinema.
- Sì, è grave. - sentenzio.
Il mio amico non commenta resta in silenzio per qualche secondo. Noto il suo labbro inferiore tremare. 
- Allora ce lo vediamo 'sto film? - mi chiede.
- Certo, entriamo ... sembra interessante. -
Ci mettiamo in coda e ben presto arriviamo di fronte alla cassiera. E' seduta su un alto trespolo, ha delle gambe grassocce accavallate. La camicetta sul davanti lascia intravvedere l'attaccatura d'un prosperoso seno.
- Tu pensi che si diverta? - mi chiede in italiano Giovanni.
- Chi? -
- La picciotta che mostra a tutti le tette? -
Faccio spallucce mentre ritiro i biglietti.
- Contenta lei! -
Dentro la sala, non molto grande, riusciamo a trovare due posti centrali. Sprofondiamo nelle poltrone color porpora. Siamo in anticipo e la proiezione ancora non è cominciata.
- Com'era? - chiedo.
- Cosa? -
- L'arancino ... al burro od al ragù? -
- Al ragù. -
- Giovanni, io penso che tu sei un po' esaurito ... ma come minchia si fa a piangere davanti ad una foto d'un arancino? Mi devo preoccupare? -
- Tu non puoi capire. -
- Ma cosa devo capire? Ti pare normale piangere davanti alla fotografia d'un arancino? -
- E che mi ha fatto pensare ad una altra cosa ... un associazione d'idee ... alla mia prima sega! -
Guardo Giovanni ...
- Tu sei da ricoverare ... altro che grave! Sei un caso clinico! -
- Tu non capisci ... è un bel ricordo, commovente ... -
La luce nella sala s'attenua, cominciano le pubblicità.
- ... quando ero ragazzo andavo al cinema nei pomeriggi festivi ed adiacente alla sala c'era una un bar che però era chiuso la domenica. Le due attività appartenevano allo stesso proprietario ... un vecchio ottuagenario che s'era sposato una donna più giovane di lui d'almeno trent'anni. Una matura matrona, vestita in nero, molto sobria che portava una lunga treccia grigia arrotolata sulla nuca. Come la Giulia Tymoscenko ... perché sorridi? -
- Penso a mio padre, la Tymoscenko è una sua passione! -
- Ah sì! ... comunque era lei che gestiva il tutto anche facendo la cassiera e quando non poteva si faceva rimpiazzare da una amica. -
- Che c'entra il cinema coll'arancino? -
- ... abbi pazienza! ... poiché il bar non aveva il permesso d'apertura domenicale, lei vendeva arancini attraverso una porta laterale al cinema stesso. Erano degli arancini buonissimi che si mangiavano caldi caldi perché venivano estratti dalla friggitrice al momento dell'acquisto. Un ragazzotto l'aiutava. -
Giovanni s'interrompe per lasciar passare una coppia che strisciando fra noi e lo schienale della fila di fronte vuole prendere posto al nostro lato.
- ... una domenica, dopo il solito film di "Ercole contro non so chi" ... avevo dodici anni ... andai alla ricerca del mio arancino. Nel locale a lato del cinema non c'era nessuno solo la friggitrice con dentro l'olio bollente. Provai a chiamare ma non mi rispose nessuno ... non volevo rinunciare al mio arancino e quindi m'addentrai nella speranza che qualcuno potesse soddisfare la mia golosità. Entrai nel retrobottega ed indovina cosa vidi? -
- No, non mi dire! -
- Ma se non t'ho detto ancora niente! ... la matrona stava facendo una sega al garzone! Non dicevano niente ... non un rumore ... sembrava una scena d'un film muto ... mi guardarono entrambi per niente imbarazzati ... anzi mi sorrisero. -
La luce s'abbassa ancora di più e cominciano le proiezioni dei trailer. Giovanni comincia a bisbigliare.
- ... lei mi fece segno d'avvicinarmi e di sbottonarmi la patta. -
- ... ma mi stai raccontando una balla? -
- Ti giuro, tutto vero! ... fu irreale, metafisico ... lei lavorò su entrambi ... il garzone e me ragazzino ... senza dire una parola, senza un suono, solo il nostro gemere finale! ... poi mi diede l'arancino ... capisci che ricordo! Come potrei non commuovermi? -
- Ma fammi il piacere! ... ma vai a farti benedire, tu e le tue storie di minchia! -
Comincia il film, finalmente.
Terminano i titoli di testa.
- Ma almeno dopo si lavava le mani? Prima di servire gli arancini? -
- Silence! ... merde! - si lamenta lo spettatore accanto a me.