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giovedì 19 giugno 2014

Corri, uomo corri ...


Guardo in basso.
Vedo i miei piedi apparire e sparire sotto di me come se s'inseguissero.
Il mio fiato è cadenzato sul mio passo. Accelero e dopo un po' aumento la frequenza della respirazione. La mancanza d'allenamento mi pesa. Non sono più abituato a soffrire.
Da circa un mese ho deciso di ridarmi alla corsa.
Lo faccio la mattina, quando posso, discretamente.
Oltre il parapetto in ferro guardo scorrere la Senna. Le acque sono scure, fredde e misteriose. In lontananza un'anatra conduce la sua nidiata nella prima nuotata. Lontano sull'altra sponda vedo altri corridori.
E' mattina e l'aria fresca non riesce a raffreddare il mio corpo chiuso nella K-Way. Lo sento accaldato, sto bruciando calorie, se potessi spingerei ancora di più. Mi piacerebbe fare uno scatto. C'è quel palo della luce ... accelero progressivamente. Quando ero giovane e lanciavo il giavellotto facevo i 100 metri in 11"3' cazzo!
Quando ero giovane.
Vai, vai, corri ... corri.
L'ossigeno comincia a mancarmi ed i battiti del cuore accellerano. Guardo il palo ... ancora lontano, poi i miei piedi ... li vedo avvicendarsi sotto di me sempre più veloci ... chiudo gli occhi ... li apro ... li palo s'avvicina ... stringo i denti ... corro, corro ... che bello, Dio, che bello!
Supero il palo e rallento, il cuore martella freneticamente dentro la cassa toracica.
- Calmati, calmati non vale la pena d'incazzarsi così! - gli dico.
Riduco notevolmente l'andatura, quasi saltello. Lo conosco, il mio cuore fa così tanto perché vuole un po' di considerazione ma poi si calma.
Guardo la Senna e le sue acque limacciose ... acque di fiume.
Continuo a correre e lascio che le funzioni del mio corpo riprenda il suo ritmo normale.
Adesso il cervello ricomincia a ricevere l'ossigeno necessario per far andare i pensieri.
Ma che minchia! Proprio a cinquantotto anni ti doveva venire il trip della corsa?
Perché lo fai? Perché? In più ti conosci: lo sai che quando inizi qualcosa vuoi andare a fondo ... cosa vuoi metterti a fare le maratone? No, non ho voglia ... è una sfida che faccio a me stesso. No, non basta. C'è qualcosa di più. Ti conosco, bello mio!
Ecco, sento il cuore riprendere un ritmo meno convulso, più regolare ... anche il respiro.
Corri, Italo, corri.
Ieri ho visto alla televisione un'inchiesta sullo sfruttamento della manodopera in Qatar per la costruzione delle opere che ospiteranno il campionato mondiale di calcio ... Dio Santo, cosa fa l'uomo sull'uomo? Dal fresco Nepal ai 50 gradi del Qatar ... e si meravigliano perché muoiono come mosche! Qualcuno dice: almeno in Qatar guadagnano quanto non avrebbero mai guadagnato nel loro paese! Ma allora perché non li costruite in Nepal gli stadi? Ma non è sfruttamento? Lo stesso che si fa sulla prostituzione?
La logica è: prendo un nepalese che guadagna poco nel suo paese, lo porto in un altro, lo faccio lavorare come una bestia e poiché lo pago un po' di più, ma sempre pochissimo rispetto ai salari dei locali, faccio un opera di bene.
Domando, allora: sarebbe invece disdicevole se prendessi una donna albanese, la porto in Italia per farla prostituire facendole guadagnare qualche euro in più?
Sì, certo che è disdicevole ... ma lo è anche l'azione che faccio sul povero nepalese! Sempre di sfruttamento si parla ... 
Corri, Italo, corri! Tu che puoi ...
Leggevo sul giornale una cronaca sui quei poveretti che s'imbarcano sulle carrette del mare per sbarcare sulle coste italiane. Si saprà mai quanti ne sono morti annegati in tutti questi ultimi decenni?
Corri, Italo, corri! Tu che puoi ...
Nessuno ne parla più ma in Siria si muore ancora, gli elicotteri ad alta quota lanciano dei bidoni pieni d'esplosivo, chiodi e pezzi di metallo che massacrano la popolazione civile. Alla faccia delle bombe intelligenti!
Corri, Italo, corri! Tu che puoi ...
Quanti uomini muoiono dentro le miniere? Quante ne muoiono a causa del cieco sfruttamento? Quanti bei indumenti,oggetti o pietre preziose portiamo addosso e sono il frutto del loro lavoro miseramente pagato?
Corri, Italo, corri! Tu che puoi ...
Sento dei passi dietro di me. Li sento sempre più distintamente. Cerco d'accelerare e di resistere ma inutilmente: un ragazzone nero mi supera. E' un po' più basso di me ma pieno di muscoli.
L'ho già notato altre mattine.
Cerco di tenere il passo ... maledetto ... solo perché hai almeno trent'anni di meno! Ma io non ti mollo. Porca paletta, non ti mollo!
Corri, Italo, corri fino a quando ti scoppia il cuore ....