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sabato 1 marzo 2014

Uomini coraggiosi

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Ho da poco letto un aforisma, uno come i tanti che affollano i social network dove gli inscritti chiedono un'approvazione su qualcosa che, in genere, appartiene ad altri.
Un modo di comunicare semplice che aiuta a far circolare le idee  e a rendere noti personaggi che altrimenti sarebbero sconosciuti.
L'aforisma che ha scatenato le mie riflessioni è di Arthur Schopenhauer che di sentenze era un prolifico produttore: la verità passa attraverso tre stadi. Prima viene derisa e ridicolizzata, poi viene ferocemente contrastata, infine viene accettata come palese ovvietà.
Sono abbastanza d'accordo col filosofo. 
Chi ha pubblicato l'aforisma si chiede in quale stadio lui e la sua verità si trovino. Penso che sia un aderente al Movimento 5 Stelle. Quindi presuppone che lui ed il suo partito siano portatori di verità.
Ma il problema per me è un altro: dov'è la verità?
Ognuno di noi pensa d'esserne latore ma siamo disposti a batterci per essa?
Non sempre. 
Il più delle volte lasciamo che siano gli altri, coloro che sono più coraggiosi, che lo facciano per noi. 
Se condividiamo li seguiamo, sennò prendiamo un'altra strada oppure, come fece Schopenhauer, ce ne freghiamo.
Cosa posso dire di Beppe Grillo?
E' certamente un uomo che possiede un certo coraggio ed al contempo si sente portatore d'una verità che raccoglie diversi milioni di simpatizzanti in Italia.
Ma possiamo dire che sia veramente coraggioso?
E' talmente convinto che ciò che dice sia giusto che non accetta nessuna critica. Se qualcuno nel suo partito prova a contestarlo lui semplicemente l'espelle come se si trattasse d'un corpo estraneo. Come se dovesse spurgare un ascesso.
Senza voler scomodare il movimento fascista, questo modello d'assoluta compattezza ideologica era l'aspirazione ultima di movimenti come la Rivoluzione Culturale cinese. La storia ci dice che fecero delle mostruosità e che alla fine fallirono.
E' un peccato che un movimento condotto da un uomo che si presume coraggioso come Grillo sia destinato al fallimento. 
Tutta questa energia sprecata! 
Io sono convinto che l'esperienza del Fronte dell'Uomo Qualunque sia il riferimento che Grillo e Casaleggio (avete notato che simpatica rassomiglianza con John Lennon!) più temono. Ricordo per chi è meno ferrato nella storia dell'Italia: il movimento di protesta capeggiato da Guglielmo Giannini nel primo dopoguerra fallì miseramente quando il suo capo cercò alleanze con partiti politici "tradizionali".
Certo, non è un'esperienza da seguire e capisco le vostre reazioni (chiedo venia se m'indirizzo direttamente a voi, leader del movimento!) quasi paranoiche quando qualcuno dei vostri eletti cerca il dialogo.
Ma non potete andare avanti così!
Avete presente una vecchia stampa che mostra Robespierre che taglia la testa al suo boia perché oramai aveva ghigliottinato tutti i francesi? Certo, esagero usando una caricatura! Sto estremizzando.
Forse bisogna seguirne un altro percorso, alternativo e più coesivo del "seguitemi senza discutere o vi ghigliottino".
Chiedo venia (di nuovo) per il parallelismo col partito fascista (che volevo evitare!), ma ricordate il grido che ha riecheggiato in Italia per circa vent'anni? Credere, obbedire e combattere! Per carità, il nostro paese hanno già dato ...!
Non basta unire gl'italiani nella protesta gridando: buttateli tutti a mare questi politici mangiamangia!
E' necessario che la gente si unisca attorno ad un'idea ... un ideale. 
Ecco, manca questo.
Forse voi ce l'avete, ma in mezzo a tutte queste grida io non l'ho sentito.
Bisogna evitare che le nuove generazioni considerino come verità il concetto racchiuso nel termine "vaffanculo" ma che le si aiutino a trovare un ideale su cui sperare ... meglio se nobile e non sboccato.
Molti italiani posseggono qualcosa dentro di loro su cui credere e su cui anche confrontarsi e discutere serenamente. 
Forse vorrebbero anche essere condotti da uomini come voi se foste capaci di mostrare il vero coraggio avendo meno timore del dissenso. Infatti l'uso smodato della pratica del ripudio denota paura e non coraggio. 
Sì, mi rendo conto, è difficile esseri dei veri leader!