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venerdì 7 febbraio 2014

Scrivere o non scrivere, questo è il problema!



Sul mio schermo appare un e-mail di una casa editrice per scrittori esordienti che mi chiede se voglio partecipare ad un corso di scrittura.
Leggo il messaggio e ... non so cosa pensare come se un ingranaggio della mia mente si sia arrestato impedendo la libera circolazione dei neuroni.
Faccio un sforzo e mi dico: dai, che ce la fai ... pensa ... pensa ... ed alla fine qualche pensiero comincia di nuovo a formarsi, dapprima faticosamente poi lentamente ed infine con una velocità che definirei normale ... ecco ... io penso che sia giusto che qualcuno insegni la buona scrittura ma non è giusto che si nutrano facili aspirazioni per divenire scrittori.
Non so se il mio momentaneo blocco mentale sia dovuto alla fame che comincia a farsi sentire oppure alla mia riluttanza a riflettere sulle motivazioni che mi spingono ad essere scrivano.
Mi convinco che la prima spiegazione è quella giusta.
Lascio l'ufficio, stasera andrò a mangiare al ristorante di Bruno a Montmartre.
... ... ...
Mentre m'arrampico lungo il ponte Caulaincourt che passa sopra le tombe d'un cimitero, le mie riflessioni sulla scrittura ormai sono divenute inarrestabili.
Quando riuscii a vincere la mia ritrosia e confessai che io amavo la scrittura la reazione di chi mi stava accanto fu molto temperata anzi il più delle volte imbarazzata come se stessi dichiarando che facevo sesso. Noi tutti lo facciamo, chi più e chi meno ed in svariate forme. Preferiamo non dirlo perché consideriamo che debba restare nella sfera privata ... insomma siamo riservati ... beh, non tutti ... come ad esempio il mio amico Giovanni!
Bene, scrivere è un po' la stessa cosa: lo si fa ma non lo si dice come se l'atto sia disdicevole poiché ci si mette nudi di fronte a tutti. Infatti si prova del naturale disaggio ad esporci.
- Cacchio, fa freddino! - mi dico mentre attendo che il semaforo diventi verde e mi consenta d'attraversare il ponte.
Mi ci sono voluti diversi anni per superare il senso di vergogna e tanti per arrivare a scrivere qualcosa di decente, di leggibile. Bisogna avere coraggio ed all'inizio non è facile. Provi prima una pagina, poi due ed infine pensi d'aver scritto meglio di Gogol. Alla fine, fai leggere.
Aspetti con ansia il giudizio ma questo non arriva. Passano i giorni. Non osi chiedere. Poi per caso incontri il tuo lettore prescelto in casa di amici e con noncuranza chiedi a mezza voce:
- ... ah, a proposito ... hai letto ...? -
- Cosa? Non capisco. -
- Hai per caso letto ...? -
- Ah, il tuo racconto! Parli del tuo racconto, vero? - e lo dice a voce alta. Tutti hanno sentito.
Si fa silenzio intorno a te. Il mondo s'è fermato.
- Ah scusa, non ho avuto tempo ... non l'ho dimenticato. -
Il mondo riprende a ruotare.
- Non c'è problema, quando vuoi ... sai è una cosetta ... tanto per provare ... giusto per sapere. -
Minimizzi, ma vorresti gridare e piangere ... così, senza ritegno di fronte a tutti.
Sei stato scoperto e pensi che si possa ridere di te.
Molte volte basta questo per far morire il Dostoevskij che è in noi!
Di fronte a me la salita di rue Tholozé ed in fondo la piccola insegna del ristorante "Tentazioni". Bruno arrivo!
Bisogna essere pervicaci ed io ho provato ad esserlo per progredire nella tecnica e, contemporaneamente, nella fiducia in me stesso.
L'unica strada che porta al miglioramento è la continua applicazione come se si andasse in palestra o ci si allenasse per fare una maratona. Bisogna saper soffrire, essere umili ed avere il coraggio di stracciare e cancellare ciò che anche il più bonario dei lettori non avrebbe difficoltà a giudicare una schifezza. Lo so, ogni frase ed ogni pagina è parte di noi come un figlio, difficile sopprimerla. Invece no, uno scritto brutto è brutto e non merita di vivere, non è un pezz'i core!
La vera competizione è con noi stessi ed i limiti di miglioramento non esistono. Tutti possiamo fare di meglio, basta volerlo.
Io incito tutti a scrivere e non mi curo di coloro che con un po' di dileggio dicono gl'italiani sono tutti aspiranti scrittori ... ed allora? Evviva! ... scrivete, scrivete ... così la lingua italiana vivrà più a lungo!
- Ciao Bruno, come va? - dico entrando nel locale.
- Bene e tu? -
- Non malaccio, ho fame. -
Prendo posto ad un tavolo.
- Con che cosa vuoi iniziare? -
- Con la caponatina ... come al solito! -
- E poi? -
- Poi ... ci pensiamo. Lasciami carburare. -
Certo che in termini strettamente fisici scrivere non è l'attività che mantiene in forma anzi ho preso dei chili! Dovrei riuscire a scrivere facendo jogging! Oppure dovrei smettere di venire da Bruno ... meglio lo jogging!