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martedì 4 febbraio 2014

Don't touch the Lady



- Ma ti pare possibile? - mi chiede mio padre.
- Cosa, papà? -
Sono seduto su una panchina in un giardino pubblico di Courbevoie di fronte a me ho la Senna le cui acque scorrono placide e gelide ... almeno penso, tenuto conto della temperatura di questa mattina.
Forse dovrei camminare per scaldarmi un po'. Mi alzo e comincio a muovermi.
- Ti apre possibile che trattino così la Laura? - insiste mio padre. Me lo immagino seduto sulla sua poltrona.
- Parli della Boldrini, suppongo! -
- E certo, di chi altri? -
- Cos'è che dovrebbe sorprendermi papà? -
- Come la trattano! E' sempre la terza carica della Repubblica? -
- Beh, cosa dovrebbe dire allora il tuo coetaneo? -
- Chi? -
- Giorgio Napolitano. -
- E' più giovane di me. -
- Solo di qualche mese. -
- Alla mia età conta tutto ... mesi, giorni ... ore. -
Sto salendo una scalinata che, seguendo la traiettoria d'una parabola, conduce al piano superiore del parco.
- Cos'hai? Perché questo fiatone? -
- Sto passeggiando in un parco, papà. -
- Avresti bisogno di farti vedere da un medico. -
- Devo fare un check up, domani.
- Bene, fammi sapere ... sto diventando apprensivo. Tu sai? A partire da una certa età ogni mattina che ci si sveglia non si sa se s'arriva alla fine della giornata. -
- Papà, ma tu stai benone! -
- Ho il mio disturbo al ginocchio. -
- Non si muore di disturbo al ginocchio. Vorrei arrivare io alla tua età ed a quella di Napolitano con lo stesso stato di salute! -
- Come ti ho detto lui è più giovane ... se fossi al suo posto m'occuperei un po' di più della Laura! - usa un tono sornione.
- Papà, Napolitano è sposato! -
- Cosa c'entra? ... beato lui che può incontrala quando vuole! Ci dicevamo proprio questo io ed i miei amici. Per fortuna che a 'sto mondo ci sono delle donne come lei! -
- Siete invidiosi di Napolitano? -
- Solo per la Laura. Per il resto preferiamo la nostra vita. Nessun ragazzino cretino si permette di mancarci di rispetto! -
S'è alzato un vento gelido che, entrando da sotto il giaccone, mi fa rabbrividire.
- Papà, rientro a casa. Non mi sono coperto abbastanza. -
- Bravo, rientra e fammi sapere come andrà domani. -
M'avvio all'uscita del parco.
Penso a ciò che m'ha appena detto mio padre ... ogni mattina quando ci si sveglia non si sa se si arriva alla fine della giornata.
Quanti esseri umani vivono con questo pensiero?
In occidente cominciamo a pensarci quando diventiamo vecchi. Ma noi siamo dei privilegiati. Una buona parte dell'umanità non l'è.
Beato mio padre che si distrae pensando a Laura!
Io di pensieri ne ho ben altri.
Riprendo la strada del ritorno  e sono consapevole che la passeggiata non m'ha aiutato a risolvere il mio problema.
Non riesco, infatti, a liberare i miei occhi delle sequenze, viste su internet.
In un paesaggio desolato fatto di macerie e di case sventrate un soldato siriano è inginocchiato, con le mani legate e tenuto per i capelli da un combattente FSA (Free Syrian Army, Esercito Siriano Libero; nota del traduttore). I due sono difronte ad una cinepresa ed il prigioniero ha una pistola puntata alla tempia. E' stato ripreso proprio qualche secondo prima della sua esecuzione.
Il suo boia parla, parla ... il condannato guarda un punto fisso in silenzio. La scena più cruda è stata censurata.
Ho freddo, tanto freddo ... se il vento potesse portarsi via quelle immagini gliene sarei grato.