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venerdì 28 febbraio 2014

Il Grecale




Si raccomanda d'accompagnare la lettura, ascoltando il seguente pezzo musicale:


Il vento m'accarezzava i capelli
io sugli scogli con occhi ribelli
l'azzurro del mare guardavo,
come gli antichi sognavo
il mondo oltre l'orizzonte
dove si nasconde Caronte.
Vedevo Ulisse sporco di  salsedine
navigare con gli eroi privi d'acredine.
Pensai che al loro fianco avrei lottato
e del Grecale divenni buon alleato.
Mi rapì da quelle rocce per volare
e sui campi di battaglia contrastare
lo stupido orgoglio degli dei malvagi
ero ragazzo e non temevo presagi.
Sembrava che la vita fosse infinita
senza alcuna possibilità di dipartita.
Adesso il vento m'accarezza i grigi capelli
e seduto sugli scogli guardo gli uccelli
chiedo di nuovo al Grecale di farmi volare
ma lui risponde che ha altre cose da fare.

Mio padre ed il grillo catartico



E' da qualche giorno che non parlo al telefono con mio padre.
- Pronto papà, come stai? -
- Chi sei?-
- Come chi sono? Sono Italo! -
- Hai la stessa voce di tuo fratello. -
Tutti e tre abbiamo la stessa voce.
- Come va il ginocchio? -
- Male. -
Uhmm, è di cattivo umore.
- Come vanno i tuoi amici? -
- Bene ... anzi uno sta meglio degli altri. E' morto. -
- Mi dispiace, papà. Chi era? -
- Capitanucci, l'ingegnere. Gli è preso un colpo mentre dormiva. Non ha sentito niente. -
- Beh, meglio così. Bella morte! - cerco di consolarlo.
- Sì, certo ... poveretto proprio adesso che la Yulia è libera! -
- Chi? La Tymoshenko? -
- Esatto. Secondo me ne era quasi innamorato. Era così felice quando l'hanno liberata! Ci siamo aperti un Sassicaia per brindare! -
- Papà, un Sassicaia! Ma non potevate farvi fuori come tutti un prosecchino? ... Beh, almeno è morto contento! -
- Che figlio scemo che ho!- ride divertito.
- Come va per il resto in Italia? -
- Sai, mi hanno annoiato ... anche questo Gianburrasca che è arrivato da qualche giorno mi sembra una zuppa riscaldata. -
- Qui, in Francia tutti mi fanno domande su di lui. -
- E tu cosa gli rispondi? -
- Cincischio, non m'espongo ... dopo tutti questi salvatori della patria ... Monti, Letta ... cosa vuoi raccontare agli stranieri?  ... alla radio sento che Grillo ed i suoi continuano a sbraitare ed a strillare. - 
- E' bene che sia così anzi quelli del Movimento 5 Stelle devono continuare a farlo perché nella società italiana giocano un ruolo terapeutico. Aiutano ad evacuare il cattivo umore degli italiani. Anzi ti dirò di più, Grillo opera una sorta di catarsi che è benefica per il popolo. Quando lo si vede gridare ed insultare magari ti mette un po' a disaggio ma alla fine ti senti bene. Lo fa lui per te! Grillo ti riporta la serenità non perché conosce il mestiere del comico ma perché ti libera della voglia d'inveire e d'arrabbiarti. Nei confronti di questa classe dirigente non hai mai avuto voglia di distribuire insulti? Apri la televisione, senti Grillo e ti senti più puro, meno aggressivo! -
- Interessante! ... sarebbe utile averne uno da tasca. Quando comincio a scaldarmi lo metto sulla tavola di riunione e lo lascio fare! -
- Bravo ... hai capito tutto ... ed in ogni caso non è più demagogo di tutti i politici che l'hanno preceduto e che hanno promesso tante cose che non si sono mai realizzate. Io penso che si possa capire la gente delusa ... quindici anni fa gli è stato detto: facciamo la moneta unica, vedrete sarà un vantaggio per l'Italia. ma dove? Nelle tasse, nella disoccupazione, nel degrado, nello stipendio che non ti permette d'arrivare a fine mese? -
- Papà, lo sai bene che le cose sarebbero andate diversamente se non ci fosse stata la crisi e se l'Italia intera non avesse fatto la cicala per tutti questi anni ... -
- Lascia perdere! Fregnacce! Tutto questo la gente non lo sa e non lo vuole sapere! Gli è stata promessa una cosa ed alla fine si sente turlupinata ... la gente si alza la mattina e non sa come sbarcare il lunario ... questo è il problema! -
- Come lo risolviamo? Con l'invettiva? -
- No, con qualcuno che sia talmente onesto di chiedere scusa agli italiani e che sappia dare fiducia mostrando col proprio esempio che non è un parolaio. Purtroppo il Gianburrasca di Firenze che dice una cosa e poi ne fa un'altra non è questo tipo d'uomo. Lo sai che la strada che dovete percorrere tu ed i tuoi figli è lunga e difficile? ... vi sfido a seguire un capo su cui non avete fiducia. Non lo farete mai. Gl'italiani, diffidenti per costituzione, sono ormai diventati dei cinici e non credono più a niente. -
- Come te, papà. - dico con l'aria di chi vuole sdrammatizzare.
- Sì, come me ... ma io sono vecchio, ne ho il diritto! Non lasciare che i tuoi figli siano cinici già quando sono ventenni. -
- Sì, papà. -
- Adesso devo andare a portare fuori il cane sennò mi fa pipì in casa. -
- Ciao papà, buona passeggiata con Billo! -
- Ciao figlio! -

giovedì 27 febbraio 2014

La sedia del barbiere



Qualche giorno fa, ero a Milano e decisi di camminare per la città che si svegliava. Era la mattina d'un sabato oppresso da una coltre nuvolosa ed opaca.
Camminai a zonzo e mi ripromisi d’arrestare il mio vagabondare nella prima bottega di barbiere che avrei trovato aperta. M'ero svegliato presto e non riuscendo a prendere sonno decisi che sarebbe stato bello vedere la città ridestarsi.
Quando sono in Italia, immancabilmente affido la mia grigia capigliatura ai figari nostrani.
Mi dispiace per i cerusici del resto del mondo ma i barbieri italiani sono insuperabili! Non riesco a nascondere il mio orgoglio quando dichiaro di venire dal paese che sa cosa vuol dire un taglio di capelli maschile. 
Perché l’Unesco non mette i figari italiani nel novero del patrimonio per l’umanità? 
Posso essere ancora più campanilista? Ecco i migliori sono quelli meridionali! Iniziano da piccoli scopando per terra.
... ... ...
Mi ricordo il mio primo barbiere … si chiamava Antolina, signor Antolina.
Il primo taglio me lo fece quando avevo tre anni. Mia nonna (allora vivevo con lei) lo fece venire a casa. Mi misero su una sedia, con dei cuscini sotto.
- Adesso il signor Antolina ti taglia i capelli, così diventi grande. – mi dissero per farmi star buono.
Mi tagliarono così i miei primi riccioli, quelli che avevo quando nacqui. Mia madre chiese che fossero conservati. Chissà dove saranno?
Il barbiere di una volta si recava a casa dei suoi clienti per tagliare i primi capelli e gli ultimi, quando si è pronti per entrare dentro la bara. Ti accompagnava per tutta la tua esistenza.
Crebbi.
Il signor Antolina smise di tagliarmi i capelli a casa. 
Cominciai ad andare nella sua bottega e mi misero a cavalcioni d'un seggiolone da cui spuntava la testa di cavallo in ghisa. 
Quando fui troppo pesante mi trasferirono sulla sedia degli adulti, mettendomi un cuscinone sotto. 
Un giorno me lo tolsero. 
Dopo qualche anno oltre a tagliarmi capelli mi fu rasata la peluria del viso. 
Trascorse un lustro e il signor Antolina chiese se potevo accucciarmi un po’ perché non ci arrivava con le braccia. 
Il giorno in cui cominciai a leggere il giornale mentre il cerusico lavorava non tardò ad arrivare.
Passarono diversi anni, qualche decennio lontano dalla Sicilia e quando tornai il signor Antolina era vecchio seduto su una sedia in un angolo della sua bottega. Il morbo di Parkinson gli aveva aggredito la mano. Mentre suo figlio con un gesto degno d’un torero, stendeva il bianco lenzuolo su di me i nostri sguardi s’incrociarono. 
Lui non mi riconobbe.
- Che taglio vuole? – mi chiese Antolina junior.
- Quello che mi faceva suo padre. –
... ... ...
In quel sabato  brumoso il mio errare s'arrestò non lontano dalla Stazione Centrale.
Quando entrai nella bottega del barbiere in via Vittor Pisani, mi resi conto che ero il primo cliente della giornata. 
- Buon giorno, dottore. – mi disse il proprietario venendomi incontro con un sorriso ruffiano.
Sì, ero in Italia.


mercoledì 26 febbraio 2014

Il valzer del commiato




Sopra Parigi il cielo è stellato.
Danzo, al suono strimpellato
D'un valzer nella gelida notte,
in compagnia delle anime corrotte.
L'Arc de Triomphe è lontano.
Danzo per l’essere umano,
Per la fuga dei miei anni.
Volteggio senza danni.
Danzo per il sorriso d'un bambino,
Per gli amori finiti in modo meschino.
Allargo le braccia e m'inchino ai miei fantasmi.
Danzo per lo strazio di chi soffre fra gli spasmi,
Per chi ha avuto una vita dura.
Danzerò per la morte duratura.
Ma non stanotte, l'ora verrà.
Piango da solo, poi si vedrà.

sabato 22 febbraio 2014

Caterina de' Medici



- Ce l'ho fatta! L'ho beccata! - dico al mio secondogenito iniziando la nostra conversazione al telefono.
- Cos'è che hai beccato, papà? -
- Una perla d'una giornalista che ormai non sa più parlare l'italiano. -
- Non sarebbe niente di nuovo ... -
- Ma questa ha qualcosa di nuovo, di fresco ... una perla che forse nasconde il vezzo di mostrare una certa familiarità con l'inglese. -
- Dimmi ... -
- Parlando di Madonna che organizzava uno spettacolo con le Pussy Riot la giornalista ha detto che la cantante introdurrà il gruppo rock nel concerto di New York.! -
- ... ... ... -
- Non ti fa ridere? -
- No. -
- Ma come! ... in italiano non si dice introdurre qualcuno ma presentare qualcuno! To introduce è inglese!-
- Papà, ma di cosa ti scandalizzi? ... da quando vivi all'estero sei divenuto un purista della lingua! -
Ci penso un po' e poi dico:
- Sì, hai ragione ... -
- Non ti sto criticando, papà ... ma qui in Italia nessuno fa più caso a queste cose ... almeno fra noi giovani! -
- Beh, è un peccato! ... perché progressivamente perderemo tutti i nostri riferimenti culturali. Certo, questo è il risultato della globalizzazione ... tutto ciò che è piccolo e marginale verrà eliminato e fagocitato dal più grosso! Lo so è inevitabile, ma perché non ritardare il processo? Perché non resistere? Io sono sicuro che i tuoi figli non capiranno una parola quando parlerò in dialetto. -
- All'inizio anch'io avevo qualche problema a seguirti ... ma adesso va meglio. Capisco molto meno i tuoi interlocutori siciliani! -
- Ma almeno, tu hai sentito tuo padre parlare in dialetto! I tuoi figli ... forse sentiranno loro nonno ... se lo vedranno! -
Adoro fare la vittima.
- Papà ... -
- Comunque tutto sparirà ... prima il dialetto, poi l'italiano ed anche la cucina regionale italiana ... non so perché ma sono più dispiaciuto per quest'ultima ... la cultura culinaria d'un paese ne è quasi l'anima. Dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei. Forse sopravviverà la pastasciutta e la pizza ... ma l'italiano qualcuno lo studierà come si fa adesso col latino ed il greco antico! -
- Che allegria! Ma che cosa hai oggi, papà? -
- Niente di particolare, ma non mi piace arrendermi senza combattere ... su questo dovremmo imparare dai francesi. Sono dei maestri nel difendere la loro cultura ed nel mostrarla come la migliore del mondo! Sono riusciti a far mettere dentro la lista del patrimonio culturale dell'Unesco la loro cucina! Ma io li prendo in giro perché dico che l'origine della loro cultura culinaria è italiana. -
- Non capisco. -
- Fu Caterina de' Medici che, quando fu data in sposa a colui che poi diventerà re di Francia, portò con sé, oltre che una cospicua dote che risanò le casse dello Stato, anche i cuochi toscani e la forchetta. Infatti i francesi mangiavano con le mani! -
- ... ed i francesi, quando dici questo che ti rispondono? -
- Incassano, perché è vero!-
- Beh, non te li fai amici ... ! -
- Dipende se ho di fronte a me degli imbecilli o meno. Comunque sappi che anche noi italiani, che tanto ci gloriamo dei nostri spaghetti, dobbiamo essere tributari di un altro popolo. -
- Di chi? -
- Gli spaghetti sembrano originari dalla Cina e furono portati in Italia da Marco Polo. Me lo ricordò un riccone coreano a Seul. Volle provocarmi, come io faccio adesso con i francesi a proposito della loro cucina! -
- ... e tu cosa gli rispondesti? -
- ... the Italians do it better! -

P.S.: Caterina de' Medici introdusse in Francia anche le mutande per le dame di corte! Tale innovazione consentì alle cortigiane d'andare di più a cavallo ...  e per questo motivo, adesso che gli equini non sono più usati per la locomozione, anche le mutande sono desuete ...


venerdì 21 febbraio 2014

Una grigia giornata milanese


Salgo sul taxi. Sono da poco atterrato a Linate. Il volo proveniva da Parigi.
Un giorno di riunioni e solo un'ora per incontrare mio figlio e mangiare qualcosa insieme a lui in un piccolo bar.
- Buon giorno, a Piazza Napoli, per favore. -
- Subito ... buon giorno. - mi dice il tassista.
La macchina è una giapponese di quelle che hanno il motore ibrido.
Lasciamo il parcheggio.
Il cielo è coperto da una coltre bianca con qualche sfumatura di grigio. Certo, sono a Milano.
Ripartirò stasera ... che tristezza! Sono così vicino ai miei figli ed ad i miei amici! Purtroppo ma non avrò molto tempo per loro.
Via Forlanini.
Mamma, che brutta! Eppure ci sono affezionato.
Guardo lo schermo del mio Blackberry per controllare se sono arrivati dei messaggi durante il tempo di volo. Un giorno me lo sostituiranno, lo so ... sono troppo affezionato a quest'oggetto! Ricordo che provai lo stesso rammarico quando dovetti sostituire il mio Nokia ... come si può essere così feticisti?
No, non si tratta di feticismo ... questi apparecchi diventano quasi delle nostre protesi tanto e dopo un po' ci è difficile immaginare di vivere senza.
- Come va in Italia? - chiedo guardando la nuca dell'autista. Non deve superare la quarantina.
In effetti lo so benissimo come va, ma domando così giusto per attaccare bottone.
- Come vuole che vada? Qui è tutta una schifezza! -
- Vediamo cosa sa fare Renzi. -
Viale Corsica.
- Buono quello! Ha sentito cosa gli ha detto Grillo? -
Ho sentito, ho sentito ... ma devo giocare il mio ruolo di disinformato fino in fondo.
- No. Cosa gli ha detto? -
- Gli ha detto quello che si meritava: che è un burattino nelle mani di De Benedetti !-
- Ah, bene ... -
In effetti non so cosa rispondere poiché non sono un simpatizzante né dell'uno né dell'altro.
Cerco solo di dire:
- Speriamo che non ricominciamo a perdere tempo fra insulti e polemiche sterili come abbiamo fatto in questi ultimi vent'anni! Siamo pochi, solo sessanta milioni d'abitanti contro almeno due miliardi di gente proveniente dai paesi emergenti che può fare i noi quello che vuole!-
- Sì, ha ragione dovremmo fare come la Svizzera e come il Regno Unito, farci i cazzi nostri! -
Non era quello che volevo dire, anzi era ben il contrario. Io auspico una maggiore unità con gli altri paesi europei dimenticando nazionalismi ed interessi locali.
Vorrei dirlo, ma poi mi trattengo.
Corso Ventidue Marzo.
Ho l'impressione che provare a esprimere le mie idee non serva a niente, forse a creare solo delle incomprensioni. Ciò che noi espatriati vediamo dall'esterno non sono le stesse cose percepite da chi vive in Italia. E non si tratta d'avere una maggiore od una minore istruzione ma d'una diversa percezione, o meglio, d'un angolo di visuale che non è lo stesso. Da fuori, l'Italia la si vede come un insieme, da dentro la gente percepisce ciò che è più prossimo, è normale,umano. Molte volte quando parlo ho l'impressione che i miei ascoltatori mi percepiscano un po' saccente! Quindi preferisco tacere.
Largo Marinai d'Italia, viale Umbria.
Il nostro è un paese tradito ... tradito ed illuso da noi stessi.
Grillo?
E' l'ultimo fustigatore dei costumi rimasto sulla scena. Cerca di sopravvivere e per farlo il più a lungo deve restare coerente con se stesso, non può mischiarsi con gli altri partiti, primo o poi lo fagociterebbero! L'Italia delle Cinque Stelle è quella di chi sente di più il tradimento e quindi soffre. 
Ma come spesso accade piegarsi su se stessi e concentrarsi sulla propria sofferenza non aiuta ad eliminarla.
Penso alle ultime elezioni ed a tutti i Savonarola che sono caduti come birilli (certuni anche in maniera poco gloriosa): Di Pietro, Ingroia, Giannino.
E' rimasto lui, il comico ... beh, adesso non mi fa più ridere!
Ce n'è uno, invece, che mi fa ancora ridere ... anche se si tratta d'un sorriso amaro ... Squinzi ... il presidente per caso! 
Sembra che non ci fosse di meglio e che si doveva mettere qualcuno un po' più rappresentativo della Marcegaglia a capo della Confindustria.
Pizzale Lodi.
Onestamente se i leitmotiv sono "abbassate i salari" e "togliete le imposte" io penso che non andremo lontano perché si chiedono provvedimenti che riempono subito la pancia solo a pochissimi ed in maniera effimera. E' come dire: procuratemi un'indigestione prima di darmi una morte lenta e sicura. Come l'ultima cena del condannato a morte!
Non sarebbe meglio invece pianificare qualcosa che ci consenta di mangiare per il resto della vita fornendo sostentamento anche alle generazioni future? 
Forse sarebbe più lungimirante chiedere: create infrastrutture e, attraverso una adeguata politica fiscale, indirizzate le risorse verso la ricerca, lo sviluppo e favorite l'aggregazione del capitalismo in grosse strutture che possano competere con i giganti mondiali!
Viale Isonzo.
L'autista non parla più da un pezzo ed io nemmeno ... sappiamo entrambi che il nostro sarebbe un dialogo fra sordi.
Piazza Napoli non è lontana.

giovedì 20 febbraio 2014

Un terrone a Parigi


Una magnifica giornata di sole oggi a Parigi.
Fa freddo ma il cielo è sgombro di nuvole. Il suo azzurro rallegra una città su cui per diversi giorni ha predominato il grigio.
Il cellulare lampeggia. Mio figlio primogenito.
Devo richiamarlo ... il costo della telefonata è sempre mia prerogativa. Neanche da discutere. Perché io quando chiamo mio padre non lo faccio pagare?
Chissà se i miei nipoti faranno pagare le telefonate ai loro papà?
- Ciao figlio, come stai? -
- Bene e tu? Com'è andata in Germania? -
Ieri ho fatto un'andata e ritorno da Francoforte.
- Non male ... non ho lasciato l'aeroporto. Le riunioni le abbiamo fatte lì, in una sala del Business Center. Pratico ed efficiente come tutto in Germania! -
- Ti piace la Germania, papà? -
- Non la conosco abbastanza, figlio. Ci sono stato diverse volte per lavoro e mi sono sempre trovato bene con i miei colleghi tedeschi. Credevo di trovarli arroganti ma non lo sono certamente di più dei miei colleghi francesi! Forse essere un italiano non è sempre un vantaggio nel mondo. Abbiamo una così cattiva reputazione e siamo preceduti dall'immagine d'eterni cialtroni. Quindi quanto parliamo d'affari ci troviamo davanti gente che ha sempre un atteggiamento un po' diffidente nei nostri riguardi perché s'aspetta la fregatura. Ci mettiamo un po' per ristabilire un clima di fiducia e di rispetto ... sai quante volte ho dovuto combattere contro l'idea che tutti gl'italiani fossero come il Berlusca? -
- Ti sei arrabbiato? -
- Certo che sì, ma poi ci fai l'abitudine ... è da quando ho lasciato la Sicilia che devo battermi contro il pregiudizio che si può essere siciliano senza essere mafioso od italiano senza essere un cialtrone. -
- Ma solo tu mi racconti queste cose, papà! Non è che sei un po' paranoico con questa storia di venire dal sud? -
- Paranoico? Hai mai sentito nei notiziari in Italia cosa dicono i giornalisti quando arrestano un delinquente? Specificano sempre la provenienza se ha origini siciliane, calabresi, pugliesi o campane. Ma in Italia non esistono furfanti che hanno una discendenza lombarda o veneta? Non ci sono delinquenti che provengono da famiglie che d'almeno quattro generazioni hanno vissuto in Val Tellina, nel bergamasco od a Cuneo? -
Ride.
- Sì, può darsi ma tanti tuoi amici, anch'essi meridionali, quando si parla di questo argomento non lo trattano nella stessa maniera! -
- ... ok d'accordo, se ti fa comodo sono paranoico! Mi ricordo che quando avevo la tua età ero un irrequieto e cambiavo in media occupazione ogni anno (all'epoca si poteva fare poiché la domanda di giovani con una buona laurea era sostenuta) quindi mi sottoponevo spesso a colloqui di lavoro. Un giorno ne ebbi uno con un head hunter (letteralmente cacciatore di teste, coloro che cercano talenti per il mondo del lavoro; nota del traduttore) che mi chiese: ma quando, lei è emigrato a Milano dal Sud? -
- Che scemo! -
- ... io gli risposi: ma io non sono emigrato, l'Italia è il mio paese e mi sembra che ci sia la libera circolazione! -
- Fosti gentile ... -
- Aspetta ... alla fine del colloquio mi diede la mano e quasi si scusò: forse, l'ho provocata un po' ma volevo vedere le sue reazioni! ... io gli risposi: non si preoccupi. -
- Sei stato un signore ... -
- Aspetta ... tornai indietro e gli dissi: mi scusi, stavo quasi per dimenticarlo, ma si ricordi di salutarmi quella prostituta di sua madre! Prima che reagisse aggiunsi: non se la prenda volevo solo vedere come reagisce alle provocazioni! -
- Ahahah ... papà sei forte! ... ma dicendo così tu l'insultasti! Lui t'aveva solo provocato! -
- Sì, hai ragione ma che vuoi? Noi terroni esageriamo sempre ... andiamo oltremisura! -
- Ma ti selezionarono alla fine? -
- ... tu che dici? -

lunedì 17 febbraio 2014

Internet ed i filosofi



In effetti, Internet è una bella cosa!
Domando venia se sono in ritardo coi tempi ma ho sempre utilizzato la rete per scopi professionali e non per quelli sociali, infatti fino a qualche mese fa ignoravo cosa fosse un blog e l'uso che se ne poteva fare.
I miei figli mi hanno introdotto in questo mondo che per diffidenza avevo tenuto lontano. 
La sensazione che dietro ci fosse il Grande Fratello mi rendeva piuttosto guardingo.
Ero frenato dalla paura che qualcuno potesse spiarmi.
Di sicuro c'è, ma alla fine mi sono detto: che me ne frega, che spiino pure ... tanto non ho niente da nascondere!
La privacy non esiste quando si devono esprimere delle idee o si deve dialogare con gli altri.
Mostrarsi, in genere, rende timorosi perché mettiamo a nudo anche le parti meno protette di noi stessi e quindi è più facile farci ferire. Può darsi ma ... dai ... fatevi sotto!
Scendere in campo senza paludamenti mi fa sentire più agile, mi muovo meglio, scanso le stoccate e (perché no?) se voglio posso attaccare.
Conosco gente che per proteggersi ha indossato diverse armature fino a soffocare nelle loro paure. Se nel 2014 l'arena in cui si deve scendere è Internet, allora io scendo ... forse tardivamente!
Vi sono degli elementi nella rete che me la rendono interessante.
Vado con ordine.
Il primo è la quantità di materiale umano, immensa!
E' sufficiente ritornare indietro quasi vent'anni fa per comprendere che tutto quello che tenevamo nei cassetti adesso è dentro Internet ... in effetti abbiamo svuotato le nostre cassettiere ed abbiamo riversato tutto in un solo contenitore che sta diventando, se non lo è di già, la summa dell'espressione umana. Io me l'immagino come una grossa palla costantemente in movimento con correnti ascensionali e discendenti che s'incontrano e si scontrano. Una stella fatta di splendente materiale gassoso o, ancora usando un'immagine ancora più suggestiva, una specie di brodo cosmico primordiale, prodromo di non so quale evoluzione!
Dentro c'è tutto di noi: i nostri sogni, le nostre più alte aspirazioni, le nostre bassezze, le nostre virtù, i nostri peccati, i nostri orrori, i nostri splendori, i nostri ... forse c'è semplicemente l'essere umano! 
Una cosa è certa: il detto latino scripta manent, verba volant ( gli scritti restano, le parole volano; nota del traduttore) su internet non è più valido ... anche le parole scritte volano ... come le farfalle in una foresta tropicale.
Il politico che scrive sui social network e poi si contraddice il giorno dopo può farlo perché sa che su Internet tutto vola via. O meglio, evapora come le sue parole vuote durante un comizio. I personaggi che fanno politica sono coscienti di ciò, per questo twittano tanto. Chi andrà mai a controllare cosa ha scritto nei giorni precedenti?
Mi sono posto il problema di dove vadano a finire i miei scritti.
Avevo un nonno, in comune possedevamo il nome, si chiamava Italo.
Negli ultimi anni della sua vita trascorse mesi interi a scrivere delle storielline buffe sui personaggi mitologici o storici. Si chiudeva nel suo studio e nessuno sapeva esattamente cosa facesse se non che scriveva.
- Non fate rumore che il nonno scrive! - mi dicevano mentre tiravo le trecce di mia sorella.
Alcuni mesi fa, aprendo una vecchia valigia trovata in cantina, i quaderni di mio nonno sono riapparsi dopo più di quarant'anni.
Non so se fra qualche decennio i miei scritti, frutto delle strimpellature sulla tastiera del mio computer, saranno riesumati! Sicuramente no.
Poco m'importa poiché sono contento d'essere un piccolo atomo all'interno del brodo primordiale.
Per me, che sono appassionato dello scrivere, vivere in questa nuova dimensione m'esalta, mi sento come in un bosco incantato, vorrei trascorrervi più di tempo. Il mio problema è il tempo ... ne ho poco ... lavoro poiché ... tengo famiglia!
Il secondo elemento è la facilità dell'uso aperto a tutti (anche a mio padre se non fosse più diffidente di me nei riguardi delle "cose"! Così  chiama tutto ciò che a che fare con l'informatica.). 
Nei social network la possibilità d'espressione è estremamente semplice: mi piace, non mi piace. Si tratta d'un linguaggio binario, quello stesso alla base dei primi computer, uguale a quello dei bambini che hanno la capacità di fare scelte elementari.
Con i social network su Internet noi regrediamo negli anni e la vita appare più facile poiché diventiamo come "il buon selvaggio" tanto caro a Jean-Jacques Rousseau. Il filoso francese sarebbe entusiasta della rete.
Il terzo elemento è la facilità d'accesso. 
Infatti su Internet noi abbiamo la possibilità non solo di riversare i contenuti dei nostri cassetti ma anche d'accedere all'informazione fornita da altri. Insomma tutto diventa più facile, anche l'informazione! Tale caratteristica renderebbe felice anche Denis Diderot , illuminista ed ideatore dell'Encyclopédie, amico e poi nemico di Rousseau. Sembrerebbe che la loro inimicizia sia dovuta all'amore per una donna.
Poco importa, Internet potrebbe far riappacificare due delle più grandi menti del pensiero del diciottesimo secolo, un tardo romantico ed un illuminista! Un primato d'attribuire a Internet!
Un avvertimento: bisogna solo imparare a verificare le informazioni su più fonti perché stiamo parlando di brodo e non di pasta al forno!
Ci sono altre caratteristiche che rendono la rete estremamente attraente, ma io mi fermo qui anche perché non sono uno specialista in materia e rischio di scrivere delle imbecillità se non l'ho fatto fino ad adesso.


P.S.: inoltre ... non ho tempo per troppo dissertare perché, come ho già scritto, devo ... andà a fatigà pecché tengo famiglia!                                                                                                                                                                                                                                                                                                          

domenica 16 febbraio 2014

Hanno ucciso la Storia dell'Arte



- Papà, hai saputo? -
- Cosa, figlia mia? - 
- Hanno tolto Storia dell'Arte dall'insegnamento del liceo. -
Sono seduto ad un tavolo d'un ristorante a Porte Maillot. Attendo un collega brasiliano. Ogni volta che vado nel suo paese la sera mi scorrazza nei migliori ristoranti di San Paolo a bere caipirinha ed ad ingrassarmi con churrasco. Mi sento in obbligo di ricambiare con una cena a base di frutti mare.  
Sono in anticipo e, mentre parlo attraverso il microfono coll'auricolare, guardo le auto fare il carosello intorno all'immensa rotonda della piazza.
- Non è una bella notizia! Sei sicura? -
- No, ma se fosse confermata sono d'accordo con te: sarebbe un disastro ... già si conosce poco delle opere d'arte presenti nel nostro paese adesso se ne conoscerà ancora meno! - bella tosta, mia figlia!
- Lo sai come si dice in Sicila? U Signuri nci duna pani a cu nun avi renti! -
- E che vuol dire? -
- Il Signore da il pane a chi non è provvisto di denti! -
- Quindi ... -
Davanti a me è seduta una coppia, qualche anno più di me bei tipi: lui doveva esser stato un atletico giovanotto e lei una bella bionda. Sono eleganti ma non appariscenti. Hanno l'aria dei borghesoni benestanti. Penso che loro il ristorante in cui siamo devono esserselo permesso da sempre, io solo adesso e giusto perché posso mettere la ricevuta nelle note spese!
- Quindi vuol dire che gl'italiani sono un popolo di sdentati! - dico.
Mia figlia ride.
- Come il nonno, allora! -
- Sì, certo. Ma almeno lui porta la dentiera ... quello che più mi da fastidio è che non ci curiamo di quello che abbiamo ed al contempo ci gloriamo di possedere buona parte del patrimonio d'arte mondiale! Ieri sera stavo prendendo un caffè presso un bar ed ho ascoltato senza volerlo una conversazione fra due francesi. Uno di loro asserva che Venezia non fa parte dell'Italia e che appartiene a se stessa. L'altro gli ha risposto che era una fortuna che fosse così perché altrimenti chissà come sarebbe stata degradata dagli italiani stessi! -
- Non è bello sentirsi dire questo! -
- Beh, certo ma che vuoi? ... all'estero non si può pensare diversamente visto il degrado dei nostri edifici storici! -
La bella signora bionda si alza, forse per andare a rifarsi il trucco.
Trentacinque anni fa, quando venni la prima volta a Parigi non avevo molti soldi, anzi ne avevo pochissimi. Lavoravo presso un'azienda che mi pagava con un basso stipendio. Era il primo che ricevevo in vita mia ed io mi sentivo Creso. La sera mi permettevo un panino prosciutto e brie (formaggio francese; nota dell'autore) ed una birra pression (alla spina; nota del traduttore). Il pasto a base di steak et frites (bistecca alla griglia e patatine fritte; ndt) me lo forniva la mensa della società e quindi ne ero privo durante il fine settimana!
- Non ci sono soldi! - mi dice mia figlia.
- Certo, ma basterebbe anche un po' d'educazione civica e di voglia di valorizzare ciò che abbiamo. Pensa che una volta visitando l'Inghilterra mi fermai con tua madre a visitare una torre d'avvistamento sulla costa orientale. Annesso all'edificio c'era un museo. La curiosità ci spinse a pagare due sterline per ciascuno per visitarne le sale ... anzi ad essere precisi di sala ce n'era una sola! In una bacheca c'era una strana cosa che aveva la forma d'un ratto morto. Chiesi cos'era e il custode mi confermò che si trattava della carcassa d'un topo mummificato trovato durante degli scavi nelle fondamenta dell'edificio. Insomma fuori dell'Italia anche un roditore morto fa museo! -
- Ah, ah ... sei sicuro che voi non foste in Scozia! Pur di fregarti quattro sterline sono capaci di tutto! -
Ridiamo insieme.
La signora bionda ritorna. Incrociamo lo sguardo.
Ricordo che una volta mi fermai difronte alla vetrata d'un bel ristorante. Avevo appena finito di mangiare il mio panino ma avevo ancora fame. Guardai oltre la vetrata. Tutta gente ben vestita e distinta. Fra quei tavoli ebbi la percezione netta che una ragazza bionda mi guardasse. Mi fece ricordare Virna Lisi. Mi bastò ciò per rincuorarmi e farmi passare la fame. Forse la giovane era lei, la signora che si sta sedendo nel tavolo di fronte a me. Cosa non potrebbe immaginare la mia mente d'aspirante romanziere?
- Comunque, anche se giustificano la soppressione della Storia dell'Arte come una necessità legata al taglio dei costi, l'intervento che hanno fatto denota come al solito la confusione fra la causa e l'effetto! -
- Non capisco. -
- Siamo sinceri con noi stessi. Quanto è noiosa la Storia dell'Arte insegnata nelle scuole? -
- Sì, in effetti non è appassionante ... ma ... -
- Hanno soppresso la materia che è ritenuta non utile (ci sarebbe molto da dire anche sull'ora di religione!).
Ma è meno utile perché è insegnata male! Perché non attira l'attenzione degli studenti che la rifiutano invece  d'interessarsi ad essa. Insegnanti demotivati e libri di testo poco stimolanti hanno fatto il resto. -
- Sì, ma dov'è l'effetto e dov'è la causa? -
- Una Storia dell'Arte mal insegnata e mal valorizzata è la causa. L'inutilità di quelle ore è la conseguenza. Eliminandola si è agito sull'effetto. Ma il vero problema è che pur avendo tanto pane noi non abbiamo i denti. Potremo riempirci la pancia se sapessimo utilizzare meglio le nostre ricchezze, invece di depauperarle! -
- Quando penso che la gente viene a Parigi, solo per andare a Disneyland! -
Rido.
- Non solo, non esageriamo! Visitano anche il traliccio Eiffel e vanno al Louvre per vedere Monalisa. Ma è ben qui l'intelligenza dei francesi che noi non abbiamo: hanno una bellissima città, ebbene la sfruttano mischiando cultura e divertimento! La gente paga per questo! Chapeau! -
- Papà, ma il tuo ospite è arrivato? -
- Veramente no ... sai i brasiliani sono molto simpatici ... ma non brillano in puntualità! Ma va bene così perché davanti a me c'è una bella signora bionda che penso d'aver conosciuto quasi trentacinque anni fa. Rassomigliava ad una delle più belle attrici italiane ... fu una storia breve ed intensa! -
- Ma dai! ... racconta! -
Che bello inventare storie!

P.S.: sembra che l'abolizione della Storia dell'Arte sia una "bufala". Meglio così! In ogni caso le mie considerazioni sullo stato del nostro patrimonio artistico non cambiano ... potrebbe essere l'ancora di salvezza per l'Italia e per il futuro delle generazioni future, se solamente ci credessimo di più!

sabato 15 febbraio 2014

Ancora su Billo


Sono a Milano, week end meneghino!
E' venerdì sera ... fino ad un anno fa mio padre aspettava che io arrivassi prima di coricarsi. Adesso quando arrivo lo trovo già a letto, sveglio ma a letto.
Quando apro la porta dell'appartamento in cui vive sento l'odore del luogo dove ho vissuto per tanti anni. Ne sono uscito definitivamente quasi quarant'anni fa ma nulla sembra cambiato.
M'accoglie il cane Billo, il bassotto tedesco testardo come gli abitanti del paese da cui è originario. Mi danza attorno ed abbaia spaccandomi i timpani.
- Buono, buono ... stai zitto! -
- Zitto cretino! - tuona mio padre dalla sua camera.
Billo s'azzittisce ... mio padre ha i suoi modi per comunicare col cane e mi chiedo se abbia mai usato gli stessi con i tedeschi.
Mi piego sulle ginocchia ed accarezzo l'animale che nel frattempo s'è messo a zampe a l'aria ed attende che gli gratti la pancia. Quando credo che sia soddisfatto mi alzo ma lui accenna a brontolare e prima che si prenda un altro "cretino" lo gratto dietro le orecchie. So di renderlo felice e come previsto assume un'aria soddisfatta confermata dal frenetico sbattere della coda.
- Italo, sei arrivato? - mi chiede mio padre dalla sua camera.
- Sì, papà, sono arrivato. -
Smetto di grattare Billo, che mi guarda deluso.
Col dito faccio il segno di far silenzio.
- Shhh, zitto cretino! - gli sussurro accarezzandogli la testa. Uso la parola magica di mio padre perché penso che abbia un'effetto calmante su Billo.
Ed in effetti il cane si quieta e mi segue nel corridoio.
Entro in camera e mio padre accende la luce del comodino mentre il cane salta sul letto.
Mi avvicino e ci baciamo sulle guance.
- Stai giù, papà, non è necessario che ti alzi. -
Ha la barba incolta da almeno due giorni.
- Ti stai trascurando. - gli faccio notare.
Sbuffa.
- Come va a te? - mi domanda.
- Ca va! -
- Cosa fai? Mi diventi francese? -
- Non sia mai! - sorrido.
- Come va quel cretino d'Hollande? - se sapesse quanti francesi condividono la sua idea.
- Bene, s'è fatto comprare una Vespa presidenziale! -
- Quanto sono fessi gli uomini con le loro storie di sesso! E quanto tempo perdono a causa d'esso. Se sapessero quanto tempo si guadagna quando s'arriva all'età della pace dei sensi! -
- Sì, però a te piacciono la Boldrini e la Tymoshenko! -
- Ma che c'entra! Rendere omaggio a delle belle donne non vuol dire per forza nutrire dei desideri sessuali! -
Questa è bella! Devo parlarne col mio amico Giovanni ...
- Tuo fratello mi ha detto che scrivi un articolo al giorno su internet. - mi dice poi - Ma che fai? Ma che scrivi? -
- Di tutto papà ... me lo chiedi ogni volta ... scrivo degli esseri umani ... scrivo ... sono come Diogene ... cerco l'uomo! -
- Cerchi l'uomo? ... eccolo! - con un gesto indica se stesso come si trattasse del corpo d'un altro - E' solo un essere presuntuoso e vanitoso ed alla fine si riduce ad un mucchio di carne e d'ossa vecchie ... ecce homo! -
Lo guardo. Cosa gli rispondo? Niente, qualsiasi cosa sarebbe solo banale.
- Domani, ti porto fuori ed andiamo a mangiare la pizza, papà ... però ti voglio rasato. -
- Va bene. - sussurra.
Mentre lo bacio sulla fronte noto che ha gli occhi umidi.
- Ciao papà, buona notte. -
- Buona notte, figlio. -
Spegne la luce, esco dalla stanza e dietro di me sento trottare Billo.


venerdì 14 febbraio 2014

Torna, Corradino torna e spiegaci a cosa servono le staffette



Ogni mattina il cerimoniale è sempre lo stesso.
Comincio col rileggere il post che devo pubblicare cercando d'eliminare più refusi possibili, poi mi connetto con Rainews24 e comincio ad ascoltarla mentre bevo il primo caffè della giornata.
Ho preso l'abitudine di farlo da quando a condurre quel canale c'era Corradino Mineo. Mi piaceva e mi divertiva con la sua capigliatura da Jimy Hendrix attempato. I suoi notiziari, oltre che alla cronaca nostrana, davano spazio alle notizie nel mondo. Era divertente il suo modo di lavorare un po' casereccio ed anche i suoi estemporanei lamenti indirizzati alla direzione della Rai che non gli dava abbastanza mezzi.
Adesso non è più in onda, è andato a fare il senatore ed al suo posto hanno messo una signora che si chiama Monica Maggioni. Non ama apparire nelle prime ore del giorno ma in compenso ha i capelli in ordine grazie ad un'impeccabile messa in piega ed il suo studio televisivo adesso è pieno di cameramen e di touch screen per contrastare la concorrenza di SkyTv24!
Molto bene, la Rai si rinforza ma ... che palle!
Il novanta percento del notiziario è incentrato sulla politica italiana e sulle dichiarazioni e controdichiarazioni, gl'insulti ed i contro insulti che si lanciano i politici italiani.
Certo, direte voi, con tutto quello che stanno combinando!
Ma tutto sembra quasi un reality show con innumerevoli protagonisti ... ma non si capisce niente nel loro bailamme. Starnazzano come ... tanti quaquaraqua!
Ma l'elemento che più stanca è che in fondo non hanno niente da dire veramente.
Sono lontani mille anni luce dal popolo che dovrebbero rappresentare e tutti, dico tutti (anche voi Beppe Grillo e Matteo Renzi), sembrano far parte di una giostra o di una sceneggiato televisivo che uno guarda esattamente come guardasse "Dallas"! In questo momento il cattivone "JR", impersonato dal Berlusca, non si vede molto ma, non temete tornerà, per Dio se tornerà! Chi glielo toglie il ruolo del protagonista? ... ed in ogni caso ho il sospetto che sia il gran burattinaio.
Nel frattempo seguiamo le vicende dei configuranti: Renzi va a mangiare con i coniugi Napolitano e poi frega il suo compagno di partito; Letta, fra uno sfoggio linguistico ed un altro, dichiara che non se ne vuole andare, ma poi se ne va; Grillo sbraita e, quando non lo fa vocalmente, ci riesce anche per iscritto sul suo blog; Alfano durante una discorso di fronte ad una platea annoiata parla in maniera talmente arzigogolata da rendere invidioso perfino Cicerone; Civati piagnucola con l'aria del bravo bambino a cui hanno sottratto il giocattolo; Brunetta rilascia dichiarazioni sempre più caustiche mentre le telecamere lo riprendono costantemente dall'alto verso il basso (deve avere la pelle grassa perché ha la fronte costantemente lucida)  ... e poi, poi tutti gli altri!
Lontano, come il borbottio dei tuoni d'un temporale, si sentono  D'Alema, Prodi, Rodotà, Monti, Casini e Vendola, anche lui col viso unto a causa della pelle grassa!
La domanda che penso si faccia il "povero" uomo qualunque è: ma questi quando lavorano? Renzi trova il tempo per fare il sindaco? E Vendola per fare il presidente di regione? E gli altri, per fare i senatori ed i deputati?
Coloro che si lanciano in riflessioni come le mie vengono liquidati come "populisti".
Lo so, ma la sensazione che provo quando ascolto i notiziari italiani è che noi stiamo girando attorno come se fossimo seduti su una giostra.
Mentre gl'italiani assistono a questa perenne "commedia dell'arte" il loro paese è alla deriva come un iceberg staccato dalla banchisa. Galleggerà fino a quando si scioglierà definitivamente nell'oceano.
Dobbiamo far presto a reagire e non farci incantare da storie che non portano a niente.
Il mondo non aspetta l'Italia, deve essere ricordato a noi italiani. Altro che staffette ridicole!
Ci vuole qualcuno che ci ricordi che il vero confronto si fa col mondo esterno e solo così riusciremo a risolvere i problemi interni.
Non si può rimanere passivi di fronte al carosello dei politici.
Bisogna rilanciare l'economia di questo paese partendo da forme alternative d'attività ed insistendo sulle nostre eccellenze quali la moda, l'industria alimentare, il turismo. Bisogna uscire dagli schemi classici di crescita, gli altri paesi mentre noi berciavamo, ci hanno distanziato e di molto, adesso raggiungerli nella loro direzione vuol dire sfinire un paese.  Bisogna aggregare l'Italia e non spaccarla in stupidi regionalismi. Bisogna mettere insieme gli industriali in modo tale che, uscendo dal loro italico individualismo, si uniscano per finanziare l'innovazione e la ricerca. Bisogna smettere di pensare che small is beautiful (piccolo è bello; nota del traduttore). Bisogna favorire il capitale straniero facendolo entrare in Italia attraverso una politica fiscale che l'avvantaggi. Bisogna smettere di creare e d'alimentare una parte della popolazione che vive d'aiuti e di sovvenzioni. Bisogna dare lavoro non elemosine. Bisogna uscire dalla trappola in cui ci ha messo la Germania. Bisogna chiedere degli anni di deroga in cui sia possibile non rispettare il Patto di Bilancio Europeo (a condizione, naturalmente, che la maggior spesa venga giustificata con investimenti strutturali che rinforzino l'italico stivale). Bisogna smettere d'illudere il paese mostrando che una staffetta al governo lo può  riportare in superficie poiché è palese: si tratta solo di giochi di potere! Bisogna non credere più che il PdL si sia spaccato in Forza Italia e nel Nuovo Centrodestra poiché nelle prossime elezioni saranno ancora assieme.
Bisogna ... bisogna ... che dietro le parole ci siano i fatti e non giri di giostre.
Corradino come senatore sei inutile, l'Italia ha bisogno di buoni giornalisti.
Per stamattina il Solone che è in me ha pensato abbastanza, adesso mi concentro sulla barba.
Mentre mi rado ascolto Fiorello perché mi fa ridere e perché anche lui è cresciuto ad Augusta come me!

P.S. A proposito della trasmissione mattiniera di Fiorello: ieri mi sono accasciato per terra dal ridere quando qualcuno imitando Alfano ha fatto riferimento alla forma "scoscesa" degli occhi del politico catanese. Lo stesso attore che impersonava il vice primo ministro s'è ammutolito quando Fiorello gli ha detto che la proposta della staffetta non era diretta a lui ma a Renzi. Alla domanda "perché non parla più?" lui ha risposto "mi si sono scoscesi i testicoli!".
Lo so forse non è così comico ...  ma, mentre scrivo, sto ancora ridendo!



mercoledì 12 febbraio 2014

Mai bere Calvados la sera!



Mi sento al riparo sotto il cono di luce dell’abat-jour a fianco alla mia poltrona preferita.
Sono in compagnia d'un calice riempito a metà con del Calvados.
Il liquore non m'aiuta a mantenere la necessaria attenzione nelle letture della sera. Sono quelle che non riesco a smaltire e che s’accumulano impietosamente a dispetto della mia voglia di conoscere.
Ma quanto sono cambiato!
Fino a qualche anno fa ero smanioso di vivere la vita e d’essere un protagonista del romanzo che avrei voluto leggere o del film che avrei voluto vedere.
Da diverso tempo questa voglia è scemata ed al suo posto è subentrato un desiderio sempre più forte d’analizzare la mia esistenza e di studiarla come se fosse arrivato il tempo per tirare le reti in barca, di valutare il percorso fatto.
Non sono Matusalemme e nessuno m’ha assicurato che ne raggiungerò l’età quindi inutile procrastinare il momento di nutrire la curiosità e d'intraprendere una nuova fase d'analisi.
Quando ero poco più che un giovanotto mi feci tentare dal progetto di coltivare di più la mia propensione alla riflessione ma desistetti per il semplice motivo che fare l’intellettuale non m’avrebbe dato da mangiare e neanche fornito la pecunia necessaria per soddisfare i miei prosaici bisogni.  Inoltre, su che cosa mi mettevo a meditare se i principali oggetti delle mie riflessioni (l’essere umano e la vita) non li conoscevo?
Insomma, nella vita ho voluto adottare un approccio empirico.
Ma dall'alto della mia superbia ho trascurato un elemento importante: il tempo ... non solo fugge ma anche, per la quantità di cui avrei bisogno, è scarso. 
In effetti, di vite ce ne vorrebbero due: una per l’esplorazione ed un’altra fare per una sintesi più o meno complessa della precedente.
Prendo il calice e lo scaldo col palmo mentre faccio oscillare languidamente il Calvados. Ne aspiro l’aroma delicato e dolciastro.
Fanno bene gl’induisti ed i buddisti a rincarnarsi svariate volte!
Noi monoteisti cristiani viviamo solo una volta e dobbiamo fare tutto di corsa e tutto insieme, per questo siamo stressati e la nostra cultura ha prodotto il signor Freud!
Scherzo, naturalmente … sorseggio il liquore … uhmmm.
Al governatore della regione Lombardia farebbe bene un po’ di reincarnazione. 
Sì, parlo di lui, dell’avvocato Maroni. Quel signore dal largo naso che sovrasta dei ciuffetti di peli chiamati baffi.
Ma non ha già vissuto molte vite?
In effetti, a ben rifletterci sì … attivista di Democrazia Proletaria, cofondatore della Lega del Nord, deputato, Ministro del Welfare, Ministro degli Interni, fautore del decreto che porta il suo nome contro gli emigrati clandestini, segretario della lega Nord, governatore della Lombardia. Tanti incarichi, tante vite.
Ma vedi, avvocato Maroni … permettimi di darti del tu … prima di tutto ciò, sarebbe stato utile farti vivere un’altra vita.
Forse ti manca un’esperienza importante! 
Quella dell’emigrato, di colui che fugge la miseria ed è disposto a tutto pur di sopravvivere. Anche, per esempio, ad attraversare il Mediterraneo su una barca strapiena di gente come lui che non sa neanche nuotare. Nella tua ipotetica vita d’esule, caro avvocato Maroni, sarebbe utile farti provare la sensazione d’essere avvistato e seguito da una corvetta italiana che, anche se il mare agitato rischia di far affondare il guscio in cui ti trovi con altri decine di disperati, deve solo controllare che tu non entri nelle acque territoriali italiane. 
Chissà se dopo essere annegato reincarnandoti avresti ancora il coraggio di far votare dal senato la vergognosa legge Bossi-Fini (Fini? Ma non era fascista? E tu non militavi dentro Democrazia Proletaria?)!
No, non l’avresti votata … ti faccio grazia e penso che il tuo cinismo abbia dei limiti.
Avvocato Maroni. Avvocato? Ma l’esame di procuratore non lo prendesti a L’Aquila? Sotto il Po? Ma che ci sei andato a fare nel Sud? Non mi dire? Forse cercavi una sede d’esame meno impegnativa?
Annuso ancora il liquore e senza ritegno bevo un lungo sorso.
Sì, perché tu sei un opportunista Roberto, sai sempre cadere in piedi meglio del tuo amico Umberto, il Senatur.
Vedi, bisogna dare atto che tu ed il Bossi avete aiutato a dare una bella spallata alla prima repubblica, ma alla fine non siete migliori dei democristiani! Pur di restare in piedi vi siete alleati prima con la sinistra e poi con Berlusconi ed adesso state cedendo al canto della sirena Le Pen. State diventando xenofobi tu ed i tuoi verdi camerati.
Forse, caro Roberto (sono perfino affettuoso! Mi lascio intenerire dai tuoi baffetti spelacchiati), tu che non prendi le lauree in Albania, dovresti aiutare  i tuoi compagni d’avventura ricordando che, pur essendo della Lega Nord, rimanete a Sud del resto dell’Europa, della Svizzera … a proposito, lo stato elvetico ha fatto un referendum che mette in difficoltà gli elettori frontalieri del varesotto. Tu consideri che si tratti d’una decisione ingiusta … certo, sennò chi ti vota più?
Però vedi, avvocato Maroni, gli svizzeri non favoriranno i lavoratori frontalieri ma non s’affacciano sui parapetti delle navi aspettando che gli emigrati, per quanto clandestini, anneghino.
Ecco cosa mi succede a bere del Calvados la sera: parto da riflessioni sul senso della vita e finisco con Roberto Maroni! Dalle stelle alle stalle ... o forse, peggio.
Adesso basta!
Buona notte, avvocato!

martedì 11 febbraio 2014

Le ricette



- Ma voi, tu e le tue cugine, avete imparato le ricette della nonna? - chiedo a mia figlia, parlandole dal microfono attaccato all'auricolare.
Sto tornando a casa sono sul lungosenna. E' buio e la gente è già rientrata da un pezzo a casa. Io m'attardo sempre in ufficio, non ho nessuno che m'aspetta. Ma a me va bene così.
- Perché, io e le mie cugine? Perché no i miei cugini ed i miei fratelli? -
Caspita, ha ragione! Mi ha beccato con le mani nella marmellata! Mi sono contraddetto o meglio non sono stato coerente col mio principio che tutti devono sapere fare tutto, senza specializzazione sessista!
- Beh, uno dei tuoi cugini è già cuoco! - cerco di difendermi.
- Sì ... e gli altri maschi? -
- Ok, ok ... ho sbagliato! Ero soprappensiero! -
- Ecco vedi, che non ti viene naturale pensare che gli uomini devono fare le stesse cose delle donne! -
Dio Santo, non mi perdona niente! Tipico di mia figlia!
- Ma se t'ho impartito io questo insegnamento! -
- Sì, ma non ti è naturale. Tendenzialmente voi uomini pensate che le donne devono fare da mangiare, fare le pulizie ed accudire i bambini ... sei come il nonno! -
- Ma cosa dici? Hai mai visto il nonno cucinare o fare le pulizie? -
- No. -
- E me? M'hai mai visto farlo? -
- Sì, ma ... -
- Vedi che non sono come lui? Mi sembri la moglie di Mao quella della "banda dei quattro"! -
- La banda dei quattro?! -
- Sì, erano dei radicali delle Rivoluzione Cinese. -
Sto passando sotto il ponte che collega Courbevoie con l'Ile de la Jatte. Chissà se Sarkozy ci vive ancora?
Mi ribello a pensare che una parte degli eventi di cui sono stato contemporaneo fanno parte della storia. Ma sono così vecchio!
- Erano come i Talebani? -
- Sono stati peggio, molto peggio! Volevano controllare tutto anche il pensiero ed organizzavano epurazioni per chi fosse sospettato d'avere anche delle opinioni leggermente diverse dalle loro. Chi non subiva delle esecuzioni veniva sottoposto ad una rieducazione che avrebbe dovuto condurre al lavaggio del cervello. I Talebani in confronto sembrano degli angioletti. -
- Com'è morta la moglie di Mao? -
Lo so per la mia terzogenita, è come se le stessi parlando della prima guerra punica!
- In carcere, sembrerebbe che si sia suicidata. -
L'umidità della Senna entra nelle ossa. Come diavolo fanno a vivere dentro le peniche (chiatte adibite ad abitazione sul bordo della Senna; nota del traduttore)?
Salgo le scale che mi portano sul viale sovrastante.
- Papà ... -
- Sì, figlia. -
- Non penso di comportarmi come la moglie di "Mao" ma certe volte mi dico che bisogna essere radicali per combattere certi retaggi. -
- Ti capisco ... -
Sorrido e spero tanto che resti una guerriera.
- Papà ... qual'era il piatto migliore della nonna? -
- Il pasticcio di maccheroni in crosta con la pasta frolla. -
- La pasta frolla? -
- Sì, mischi il dolce ed il salato ed è un piatto buonissimo, antico. Non bisogna che vada dimenticato. Io penso che la cucina è cultura e le tradizioni culinarie devo essere conservate ... le ricette parlano di noi e di quello che siamo e che siamo stati ... ecco vedi ... anche Tommasi di Lampedusa nel suo "Il gattopardo" descrive questo piatto ... tuo bisnonno si commuoveva fino alle lacrime quando tua bisnonna lo serviva ... ve l'insegnerò a te ed ai tuoi fratelli. -
Ma che ci faccio qui in Francia?


lunedì 10 febbraio 2014

... l'inchiesta di Giovanni



La giornata ormai volge al termine, sono a casa.
Oggi in ufficio ho fatto mille riunioni. Solo il cinque percento degli argomenti m'interessava. Il novantacinque restante è stato solo un gran parlare e fare della politica.
Questi meeting mi stancano preferisco lavorare con i miei collaboratori. Inoltre, più che in passato, il continuo altalenarmi fra un idioma all'altro mi rende insofferente. Per i miei colleghi francesi la vita è più facile. Passano dalla loro lingua madre direttamente all'inglese, io invece devo altalenarmi fra le due.
In più non sono uno veramente dotato per parlare le lingue straniere. Sono stato sempre po' dislessico. Mi domando ancora come faccia a vivere all'estero usando delle lingue apprese in età matura!
Alcune volte ho l'impressione che la gente sia particolarmente accondiscendente con me.
Chi temo di più? Gl'indiani.
Quel loro inglese cantilenato mentre ondeggiano la testa mi mette in crisi e vorrei piangere!
Sparecchio, dopo aver bevuto l'ultimo sorso di birra. Cos'ho mangiato? Una pizza condita con dei pezzi di salmone. Lo so, è un misfatto inaccettabile ed inconfessabile tanto che, se si sapesse in Italia, la presidenza della Repubblica con un decreto potrebbe ritirarmi la cittadinanza.
Non so se sia previsto dalla Costituzione ma poiché vogliono fare l'impeachement (atto d'accusa; nota del traduttore) a Napolitano per incostituzionalità ... tanto vale!
A proposito! Ma chi gliela fa fare di farsi insultare da uno che potrebbe essere suo nipote? Al suo posto li manderei a farsi benedire! Che si fottano! ... difficile che io possa diventare presidente della Repubblica!
Sono indeciso: mi metto a leggere seduto sul divano o vado sotto le coperte?
Il telefono vibra nella tasca. Chi sarà?
- Ciao Italo. -
- Ciao Giovanni. Tutto bene? -
- Sì. -
Lo trovo un po' laconico.
- Scusa ma perché mi chiami alle dieci e mezza di sera? -
- Adesso so tutto ... -
- Sai tutto, cosa? -
- So perché Jacqueline è scappata . -
Sospiro. Non sono affatto curioso, temo solo che il mio amico m'attacchi il solito bottone sul suo cuore infranto. Cosa faccio vado a letto o mi siedo sul divano?
- Dimmi, Giovanni ... o no, aspetta ... aspetta un attimo che metto gli auricolari ... ecco, adesso vai. -
- Jacqueline è lesbica! E' andata a vivere con una donna! -
- Non dirmi! Certo che come maschio devi averla delusa se ha deciso di cambiare sponda! -
- Posso dire la stessa cosa di te! -
- Che c'entra? Io non stavo con Jacqueline! -
- Certo che no! Stavi con Veronique e l'altra donna è proprio lei ... la tua ex! -
Mi siedo.
- Ma sei sicuro? - chiedo non sapendo se sentirmi divertito o stupito.
- Certo, che sono sicuro ... anzi, sicurissimo! -
- Come fai a saperlo? -
Forse mentre parlo posso spogliarmi e mettermi a letto.
Mi conosco: se resto seduto in poltrona rischio che l'indolenza non mi faccia alzare e che mi ci addormenti sopra e domani ... avrei male alla schiena.
Comincio a slacciarmi le scarpe.
- Sono state viste insieme a passeggiare. -
- Beh, allora cosa c'è di male?- chiedo.
- Si tenevano per mano ... -
- Non mi sembra un indizio sufficiente, molte donne lo fanno! -
Mi alzo, poggio il telefono sulla tavola e con le due mani libere mi sbottono la camicia.
- Sono state viste entrare insieme nella casa di Veronique. -
- Ma che vuol dire? Quante volte sei venuto a casa mia? E non per questo siamo amanti ... eppoi, dimmi una cosa: ma hai preso un investigatore privato? -
Mi sbottono i pantaloni.
- No. Le ho seguite io un giorno ... -
- Ah, sei stato tu! ... perché allora mi dici "sono state viste"? -
- Mi vergognavo dirlo ... poi ho pagato il portiere per farmi dire se c'erano dei movimenti strani. Insomma Jacqueline e Veronique vivono insieme! -
Rischio d'inciampare mentre mi libero delle calze.
- Minchia, Giovanni, ma quanto t'è costato? ... in ogni caso non mi sembra che tu abbia elementi a sufficienza per arrivare alle tue conclusioni! -
Spengo la luce del soggiorno e col telefono in mano m'avvio in camera da letto.
- Adesso arriviamo alla prova schiacciante ... non ti ho detto ... sono state viste andare in una Eyes Shut Wide per sole donne! -
Scosto le coperte e mi c'infilo dentro ... ah, finalmente!
- Ancora le orge mascherate! ... ci sono per sole donne? Ma perché dici ancora "sono state viste"? - chiedo.
- Perché io non posso entrare ... sono un uomo giusto? -
Certo è un uomo.
- Me l'ha detto una mia amica - prosegue - che è fa un po' di tutto ... sai donne, uomini ... è bisex ... insomma le ha riconosciute! -
Spengo la luce.
- Giovanni, posso chiederti una cosa? -
- Certo. -
- Ma com'è che in queste feste dove siete tutti mascherati poi vi conoscete tutti? Ma a che serve la maschera? -



venerdì 7 febbraio 2014

Scrivere o non scrivere, questo è il problema!



Sul mio schermo appare un e-mail di una casa editrice per scrittori esordienti che mi chiede se voglio partecipare ad un corso di scrittura.
Leggo il messaggio e ... non so cosa pensare come se un ingranaggio della mia mente si sia arrestato impedendo la libera circolazione dei neuroni.
Faccio un sforzo e mi dico: dai, che ce la fai ... pensa ... pensa ... ed alla fine qualche pensiero comincia di nuovo a formarsi, dapprima faticosamente poi lentamente ed infine con una velocità che definirei normale ... ecco ... io penso che sia giusto che qualcuno insegni la buona scrittura ma non è giusto che si nutrano facili aspirazioni per divenire scrittori.
Non so se il mio momentaneo blocco mentale sia dovuto alla fame che comincia a farsi sentire oppure alla mia riluttanza a riflettere sulle motivazioni che mi spingono ad essere scrivano.
Mi convinco che la prima spiegazione è quella giusta.
Lascio l'ufficio, stasera andrò a mangiare al ristorante di Bruno a Montmartre.
... ... ...
Mentre m'arrampico lungo il ponte Caulaincourt che passa sopra le tombe d'un cimitero, le mie riflessioni sulla scrittura ormai sono divenute inarrestabili.
Quando riuscii a vincere la mia ritrosia e confessai che io amavo la scrittura la reazione di chi mi stava accanto fu molto temperata anzi il più delle volte imbarazzata come se stessi dichiarando che facevo sesso. Noi tutti lo facciamo, chi più e chi meno ed in svariate forme. Preferiamo non dirlo perché consideriamo che debba restare nella sfera privata ... insomma siamo riservati ... beh, non tutti ... come ad esempio il mio amico Giovanni!
Bene, scrivere è un po' la stessa cosa: lo si fa ma non lo si dice come se l'atto sia disdicevole poiché ci si mette nudi di fronte a tutti. Infatti si prova del naturale disaggio ad esporci.
- Cacchio, fa freddino! - mi dico mentre attendo che il semaforo diventi verde e mi consenta d'attraversare il ponte.
Mi ci sono voluti diversi anni per superare il senso di vergogna e tanti per arrivare a scrivere qualcosa di decente, di leggibile. Bisogna avere coraggio ed all'inizio non è facile. Provi prima una pagina, poi due ed infine pensi d'aver scritto meglio di Gogol. Alla fine, fai leggere.
Aspetti con ansia il giudizio ma questo non arriva. Passano i giorni. Non osi chiedere. Poi per caso incontri il tuo lettore prescelto in casa di amici e con noncuranza chiedi a mezza voce:
- ... ah, a proposito ... hai letto ...? -
- Cosa? Non capisco. -
- Hai per caso letto ...? -
- Ah, il tuo racconto! Parli del tuo racconto, vero? - e lo dice a voce alta. Tutti hanno sentito.
Si fa silenzio intorno a te. Il mondo s'è fermato.
- Ah scusa, non ho avuto tempo ... non l'ho dimenticato. -
Il mondo riprende a ruotare.
- Non c'è problema, quando vuoi ... sai è una cosetta ... tanto per provare ... giusto per sapere. -
Minimizzi, ma vorresti gridare e piangere ... così, senza ritegno di fronte a tutti.
Sei stato scoperto e pensi che si possa ridere di te.
Molte volte basta questo per far morire il Dostoevskij che è in noi!
Di fronte a me la salita di rue Tholozé ed in fondo la piccola insegna del ristorante "Tentazioni". Bruno arrivo!
Bisogna essere pervicaci ed io ho provato ad esserlo per progredire nella tecnica e, contemporaneamente, nella fiducia in me stesso.
L'unica strada che porta al miglioramento è la continua applicazione come se si andasse in palestra o ci si allenasse per fare una maratona. Bisogna saper soffrire, essere umili ed avere il coraggio di stracciare e cancellare ciò che anche il più bonario dei lettori non avrebbe difficoltà a giudicare una schifezza. Lo so, ogni frase ed ogni pagina è parte di noi come un figlio, difficile sopprimerla. Invece no, uno scritto brutto è brutto e non merita di vivere, non è un pezz'i core!
La vera competizione è con noi stessi ed i limiti di miglioramento non esistono. Tutti possiamo fare di meglio, basta volerlo.
Io incito tutti a scrivere e non mi curo di coloro che con un po' di dileggio dicono gl'italiani sono tutti aspiranti scrittori ... ed allora? Evviva! ... scrivete, scrivete ... così la lingua italiana vivrà più a lungo!
- Ciao Bruno, come va? - dico entrando nel locale.
- Bene e tu? -
- Non malaccio, ho fame. -
Prendo posto ad un tavolo.
- Con che cosa vuoi iniziare? -
- Con la caponatina ... come al solito! -
- E poi? -
- Poi ... ci pensiamo. Lasciami carburare. -
Certo che in termini strettamente fisici scrivere non è l'attività che mantiene in forma anzi ho preso dei chili! Dovrei riuscire a scrivere facendo jogging! Oppure dovrei smettere di venire da Bruno ... meglio lo jogging!