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venerdì 10 gennaio 2014

Sicilians


Cammino lungo le quais (banchine; nota del traduttore) della Senna.

E' sera inoltrata, ho voglia di camminare e di tornare a casa. Dopo l'intervallo siciliano, la ripresa dell'attività è pesante da sostenere. Mi sento stanco come se non avessi mai approfittato delle mie ferie natalizie.
Sento i miei passi riecheggiare malgrado il rumore delle macchine sfrecciare sul lungosenna.
Ripenso ad un trafiletto che ho letto da qualche parte: sembrerebbe che la Sicilia è la regione in cui si legge meno.
L'autore del piccolo articolo sembra è in possesso di statistiche che lo comprovano. Io d'elementi certi non ne ho ma il sospetto che i siciliani fossero poco attenti alla lettura l'avevo già.
La domanda che mi pongo è allora come mai tanti scrittori? L'elenco è lungo: Verga, Capuana, Pirandello, De Roberto, Rapisardi, Brancati, Consolo, Bufalino, Lampedusa, Vittorini, il grande Sciascia, Camilleri ...
Sorrido e mi do una risposta.
I siciliani sono tutti presuntuosi, sanno già tutto dalla nascita e quindi non sentono la necessità di leggere. Loro il sapere e la cultura la portano dentro. Che bisogno hanno di leggere ciò che gli altri scrivono?
Arresto il mio passo. M'affaccio sul muretto che da sul fiume. La Senna scorre placida. Guardo l'altra riva dove brillano le luci delle case borghesi di Neuilly.
Anch'io scrivo. 
Come qualcuno ha detto: i siciliani scrivono perché non vogliono lavorare. Scrivono ma non leggono.
Sì, siamo un saccenti, pensiamo che abbiamo molto da dire e poco d'ascoltare.
Seguo con lo sguardo un tronco che galleggia e s'allontana seguendo la corrente. Annuso l'aria e m'ostino a non voler sentire il rumore del traffico che scorre veloce dietro di me.
Non lontano da dove sono vi è Puteaux, vi morì Bellini.
Giovane, baciato del successo ed amato dalle donne. Chissà se pensò a Catania prima d'andarsene. In suo ricordo adesso esiste uno slargo con una fontana dallo stile del peggior modernismo ed una brutta targa che nessuno legge.
I siciliani ... eppure il mondo intero c'identifica con la mafia. Non è giusto.
- Papà, voglio diventare magistrato e battermi contro la mafia. -
- Sì, figlia mia. - dico mentre accarezzo la testa della mia terzogenita.
Non riesco a staccare gli occhi dalla Senna.
Ed io siciliano a Parigi? ... quanti siamo? Parecchi.
Mi domando ancora ... ed io, siciliano a Parigi, che ci faccio?
Tanti anni fa sognavo di scrivere il libro perfetto. 
Successivamente ho ridotto le mie ambizioni ed ho pensato che forse avrei potuto limitarmi al racconto perfetto. Adesso aspiro a scrivere almeno una frase perfetta.
Sarà quella che non scriverò mai.
Riprendo la mia passeggiata, torno a casa ...