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mercoledì 31 dicembre 2014

I perdenti


Non so perché, ma da un po' di giorni mi dico che voglio scrivere un pezzo sui perdenti. 
Perché? 
Perché mi piacciono. 
Ho una naturale simpatia verso i perdenti. Non per questo aspiro ad essere tale, anzi sono sicuro che nessuno vuole esserlo. Eppure si è perdenti e nel mondo sono più numerosi coloro che appartengono a questa classe che a quella dei vincenti.
Ma chi sono i perdenti?
Coloro che non vincono, semplice, no?
Allora lo siamo tutti, non si è mai completamente vincitore nella vita, anzi non lo è nessuno perché, alla fine, moriamo ed anche i vincitori che nulla possono contro la morte. 
Discorso chiuso, direte voi!
Ed invece no, perché in questa vita noi ce ne freghiamo della morte e facciamo tutto come se non esistesse, come se riguardasse gli altri, non noi.
Provate a pensare alla morte e tutto vi sembrerà caduco: la carriera, il lavoro, i soldi, la bellezza ... eh sì, anche l'arte! La mia cara ed amata arte! Concentratevi sull'opera più bella che, secondo il vostro gusto e la vostra inclinazione, un uomo abbia mai eseguito. 
Per quanto bella possa essere, per quanto sublime rimane vacua di fronte alla ineluttabilità della morte.
Hominem te esse memento! Memento mori! (Ricordati che sei un uomo! Ricordati che devi morire!),sussurravano all'orecchio dei generali gli schiavi che li accompagnavano nella loro marcia trionfale.
Diciamocelo: la morte è una minchia di problema a cui tutti gli uomini, da quando sono esistiti, si son dovuti confrontare.
Tutte le religioni e tutte le filosofie che gli esseri umani hanno concepito avevano il fine ultimo di spiegare la morte o quanto meno di giustificare la vita. Certo, che d'energie fantasiose ce ne abbiamo profuse! Ma il problema è ancora lì ed ogni spiegazione e giustificazione, alla fine, ha sempre almeno una falla.
Quindi non sarà certamente da queste quattro povere righe che uscirà la risposta all'annoso problema.
E poiché si tratta di qualcosa d'irrisolvibile preferisco ignorarlo, proprio come voi tutti fate.
Quindi torniamo a noi, cioè ai perdenti.
Perché ci sono i perdenti? Perché gli esseri umani spinti da una forza irrazionale devono lottare sempre contro qualcosa o qualcuno per finire vinti o vincitori. Quando vincono si trovano un'altra sfida ... e così via, l'avventura ricomincia.
Personalmente se il processo fosse rivolto solamente verso le "cose", la "natura crudele"o  le malattie non mi sentirei capace di dare alcun giudizio negativo alla lotta per la ricerca della vittoria. Così non è quando invece l'uomo ha bisogno di lottare e di vincere per sottomettere altri uomini.
Ecco, in questo caso il mio pensiero si ribella.
Posso ribellarmi quanto voglio ma così è se vi pare o no!
Gli esseri umani trascorrono la maggior parte del loro tempo a battersi fra di loro cercando d'affermarsi gli uni sugli altri. Ciò avviene in qualsiasi ambito ma quello che restano i principale sono l'accumulazione della ricchezza e la presa del potere. Su questi due campi di battaglia chi s'impone può permettersi di proclamarsi vincitore assoluto ed s'inebria così tanto da illudersi d'essere al di sopra degli altri. Non più tardi d'un secolo e mezzo fa esistevano monarchi che si dicevano re od imperatori per volontà divina! Adesso nessuno si proclama asceso al trono per volere di Dio (sì, ce n'è uno: il papa!) ma sono intimamente convinto che, fra i potenti della terra, vi siano coloro che lo pensano anche senza confessarlo!
Ricordate Charlie Chaplin quando faceva giocare Hitler col mappamondo? Beh, chi mi dice che al chiuso d'una stanza non ci sia qualcuno che faccia la stessa cosa?
La ricerca dell'affermazione, del successo, la volontà di scalare una piramide fatta di essere umani per arrivare fino alla cima e sedercisi sopra, sembra essere l'istinto che condiziona l'agire di ogni uomo o donna. Ce lo insegnano nelle scuole fin da quando siamo piccoli e c'infarciscono d'ammirazione per uomini come Alessandro Magno, Cesare, Augusto, Carlo Magno, Tamerlano, Solimano, Gengis Khan, Napoleone ... tutte vite su cui si basano i modelli di riferimento della nostra società. Spesso si ripetono i loro aforismi (spesso banali) citati come frasi dal contenuto divino neanche se fossero estratti dalle tavole dei dieci comandamenti. Non sono più umani, ma super-uomini ... dei, insomma! Per me restano e rimangono dei psicopatici (con le dovute eccezioni!) disposti a tutto pur di salire in cima della piramide umana.
Siamo impregnati dalla cultura del successo perché si ritiene che questa sia il motore dell'umanità. Tale concezione è talmente radicata che è diventata un'ossessione tanto che in alcuni paesi dell'estremo oriente (Cina e Corea, per esempio), l'hanno adottata come modello per educare le ultime generazioni che dovranno diventare le prossime classi dirigenti.
Da quelle parti, nei paesi cosiddetti emergenti cercano d'emulare quello che viene mostrato dai paesi occidentali come il modello sociale  che dovrebbe renderli finalmente emersi!
Fra questi quello che conosco meglio, dopo l'Italia, è la Francia. I cisalpini hanno un sistema scolastico molto selettivo che mira a selezionare una ristretto numero di persone che dopo dovrebbero essere i funzionari dell'apparato statale. Tale organizzazione, detta delle "Grandes Ecoles", fu concepita (manco a dirlo) da Napoleone.
In realtà, nel secondo dopo guerra i grossi gruppi hanno attinto da queste università per cooptare nelle loro strutture i futuri grandi "manager". A partire da certi livelli di dirigenza, li trovate dappertutto, nelle grandi aziende e, spesso, oltre al loro curriculum scolastico sono legati da solide connessioni massoniche. Ciò che m'impressionò quando cominciai a vivere in Francia fu scoprire come la predestinazione al "successo" nelle giovani generazioni fosse già stabilita a ventiquattro, venticinque anni e come questi individui si sentano già vincenti, socialmente parlando, in giovane età. Com'è possibile che la nazione che ha prodotto la rivoluzione dei perdenti più famosa del mondo (il quarto stato), abbia ricreato dopo duecento anni un sistema dove esiste ancora una classe (quella dei burocrati) che domina sugli altri?
Che la controrivoluzione non sia ancora finita in Francia?
Mah!
Comunque sia, la società organizzata fra vincitori e vinti, fra dominati e dominanti è ancora imperante e rappresenta un elemento di frustrazione per chi non riesce ad arrivare ai vertici della piramide ma resta alla base.
Ultimamente ho pranzato con un signore che può essere considerato fra coloro che hanno fatto una invidiabile e brillante carriera nell'ambito di grossi gruppi industriali francesi (è stato a capo di tre delle più importanti aziende cisalpine). Purtroppo una malattia ha arrestato il suo progredire e malgrado che i suoi problemi di salute siano stati sconfitti lui ormai è fuori dal "grosso" giro!
L'ex-grand'uomo aveva l'aria un po' mesta, forse avvilita.
- Che fa adesso? - gli chiesi.
- Mah, vorrei dare una mano ad altri capi d'azienda per far crescere ancora di più le loro società! -
- Insomma, vuole fare il consulente ... il consigliori. -
- Il cons ... chi? -
- Sa, io sono siciliano ... nelle strutture mafiose ci sono coloro che consigliano ai capi ... gli advisor ... i consigliori, per l'appunto! -
- Ah, capisco. -
- ... e se invece la piantasse lì? ... invece di ronzare attorno al potere e di fare come gli ex-fumatori che sniffano il fumo delle sigarette degli altri ... girasse le spalle a tutto ciò e si dichiarasse finalmente "vinto"? Noi due abbiamo grosso modo la stessa età, se le statistiche hanno ragione, con un po' di fortuna dovremmo vivere ancora vent'anni. E lei vuole ancora stare lì a giocare a fare il manager? Perché? -
Non so se si toccò i suoi attributi sotto il tavolo (l'uomo ha vissuto diversi anni in Italia) ma non rispose. 
- E' bello essere della parte dei vinti ... - dissi forse ispirato dal buon Bordeaux - Noi siamo tanti, siamo quelli che facciamo l'umanità siamo alla base, senza di noi la piramide non esisterebbe neanche. Noi esisteremo sempre, magari in incognito, coloro che sono in cima non ci saranno più, sono destinati ad essere ricambiati, rimpiazzati ... anche noi lo saremo  individualmente ma la  nostra classe è solida e forte in quanto siamo un blocco unico, siamo anonimi e quindi duraturi. Noi, quelli della base, possiamo avere la mia faccia, quella dei miei figli, dei miei nipoti ma esisteremo sempre anche se ignorati. Son quelli come noi, che hanno costruito le città, i ponti, le muraglie Cinesi. Siamo noi che diamo la vita a questo mondo. Siamo in maggioranza, siamo quasi sette miliardi e per questo siamo i più forti. I vincitori fanno quello che vogliamo noi, loro non lo sanno ma sono i perdenti che fanno la storia. I perdenti restano, sopravvivono, i vincitori no e spesso spariscono nel mare magnum dei perdenti. E' solo una questione di tempo. -
L'ex grand'uomo mi guardò e non rispose.
Io alzai il calice che conteneva ancora qualche goccia di vino rosso.
- Brindiamo, brindiamo ai vinti ... brindiamo a noi! -
Continuò a guardarmi senza favellare, perplesso.
- ... io brindo ai perdenti ... che alla fine non perdono mai ... lei, lei faccia la minchia che vuole! -

... e così sia.







venerdì 12 dicembre 2014

... come eravamo?


Mi scuso con chi ama solo i miei racconti, ma ogni tanto ho bisogno di scrivere quello che penso ... ed oggi ho proprio voglia di lasciar libero l'italopensiero!

Tesi

Se vogliamo uscire dall'impasse economica sociale in cui siamo bisogna ritornare al modello italiano, quello che ci ha fatto rinascere nel dopo guerra quando l'industria di Stato ha trainato la crescita.

Premesse Storiche

Circa vent'anni fa distrussero l'industria di Stato in nome del liberismo nell'illusione che, prendendone l'eredità, sarebbe stato rimpiazzato da grandi gruppi privati che avrebbero promosso la crescita e favorito la ricerca. Ma gl'italiani non sono animato dallo spirito del capitalismo protestante, siamo cattolici. La maggior parte degli imprenditori italiani puntano all'arricchimento veloce, per investire su se stessi e sulla loro famiglia.
Perché siamo così ? Individualismo? Forse sì, ma io cerco di spiegarlo frugando nella nostra storia e nell' osservazione della morfologia geo-politica del bel Paese per più d'un millennio e mezzo.
Nei secoli l'Italia è stata frantumata in staterelli, la cui esistenza era favorita dalla Chiesa che mal vedeva un potere temporale tanto forte da poterla opprimere. Abbiamo avuto molti principi (con buona gloria di Machiavelli e Castiglione) con magnifiche regie e palazzi che hanno favorito l'arte e la cultura per abbellire le loro dimore ma nessuno ha veramente investito per rendere il suo dominio cosi potente da permettergli una politica espansiva necessaria per creare un grande stato. Si è dovuto aspettare la seconda metà del secolo diciannovesimo perché una casata decidesse, spinta da una classe borghese che voleva emulare quelle del nord Europa, di rendere lo stivale un solo paese.
Ma questo non è bastato per creare una vera classe imprenditoriale forte, anzi, per essere più precisi, una mentalità imprenditoriale capace di produrre gruppi industriali. Nella nostra storia recente (ultimi cento trent'anni, per intenderci) abbiamo annoverato tanti speculatori ma pochi industriali! Certo, abbiamo avuto degli esempi illustri soprattutto nel mondo della moda ma non sufficientemente imprenditori per divenire "capitani d'industria" su scala internazionale. Negli anni ottanta del ventesimo secolo ci sono stati degli imprenditori che hanno provato ad ingrandirsi e ad uscire dai confini nazionali (De Benedetti, Ferruzzi/Gardini e lo stesso Berlusconi. Li definirei comunque speculatori piuttosto che capitalisti industriali!) ma sono stati tutti ricacciati oltre le Alpi dopo esser stati ignominiosamente bastonati. Il caso Fiat è una storia a sé stante: l'evoluzione del gruppo non ci sarebbe stata se dietro non ci fosse stata l'Italia intera a sostenerlo ed a foraggiarlo fin dai suoi esordi e quindi se non fosse stato sostenuto dallo Stato (qualcuno si ricorda lo sforzo bellico della prima guerra mondiale, le casse integrazioni senza fine ed i finanziamenti della Cassa del Mezzogiorno?).

Teorema

Insomma grosse multinazionali non siamo mai riusciti a crearle e se non ci fossero state società come l'ENI, l'IRI, la SIP, l'ENEL ... noi saremmo ancora al palo e, non avendo neanche le realizzazioni strutturali (autostrade, linee telefoniche, linee elettriche) eseguite nel secondo dopoguerra, saremo ancora a raccontarci che small is beautiful!
Forse parto da lontano ma tutto questo parlare e girare intorno al problema del rilancio dell'economia e della crescita comincia a saturarmi.
L'Italia è una nazione di sessanta milioni d'abitanti, tutti geniali e simpatici ma con la genialità e la simpatia non si mangia.
Anche altri paesi hanno le loro qualità e s'identificano con peculiarità che li rendono unici e rimarcabili. Ma di chi sto parlando? Della Germania (81 milioni d'abitanti), della Francia (66 milioni), della Gran Bretagna (60 milioni), della Spagna (47 milioni) ... e tutti gli altri. Ogni paese lavora per uscire da quella che viene chiamata crisi  (ma noi sappiamo benissimo che non si tratta d'una crisi ma d'un cambiamento strutturale dell'economia mondiale).
Domanda: ogni paese preso a se stante potrà venirne fuori? O meglio: la Germania potrà farcela contro un mercato mondiale composto da sette miliardi (meno ottanta) d'abitanti di cui buona parte appartengono ai paesi emergenti caratterizzati da un'economia che diventa sempre più organizzata e sufficientemente ricca per sostenere il proprio sviluppo? La stessa domanda è lecito porla all'Italia, alla Francia, all'Inghilterra, alla Spagna ed a tutti gli altri. No, ogni singolo paese non può farcela ed i governanti lo sanno bene, ma per convenienza politica non lo confessano. Per venirne fuori i paesi europei hanno solo una soluzione: divenire un tutt'uno eliminando ogni separazione sostanziale. La strada è la condivisione, il superamento degli egoismi e l'accantonamento di ogni sentimento di voler prevalere sugli altri.
Purtroppo si tratta d'un processo lungo che, osservando le dispute fra nazioni, sembra quasi un'utopia. Forse bisognerà che si tocchi il fondo del pozzo per arrivare ad una presa di coscienza?
Forse, non so ... ma il cambiamento di direzione non è certamente per domani.
Quindi, poiché non possiamo aspettare che l'Europa si faccia veramente (quando cadranno i nazionalismi e si bruceranno le bandiere?), dobbiamo di nuovo ricreare il modello economico che s'è rivelato adatto alla ripresa e che ci ha consentito d'emergere in pochi anni dalle macerie della guerra. In poche parole bisogna riesumare un ente per la ricostruzione e non affidarsi a capitali stranieri che non svilupperanno mai la ricerca in Italia. Perché il punto è proprio questo: vogliamo riprenderci? Bene, finanziamo la ricerca e investiamo nelle infrastrutture che cominciano ad essere obsolete. Le piccole e medie imprese non possono permetterselo, non hanno i mezzi. Solo lo Stato può reperire le risorse finanziarie per sostenere la ripresa in un contesto mondiale aggressivo ed agguerrito.
Ma l'Europa non lo permetterà mai attraverso il trattato di Maastricht.
Che si fotta l'Europa! ... intendo quella di adesso inconcludente e che polemizza ancora sulla supremazia delle diverse politiche economiche nazionali.
Mentre il vecchio continente segue il suo lungo processo di presa di coscienza, noi non possiamo rimanere con le mani in mano.
Per crescere abbiamo bisogno d'aumentare l'indebitamento? Ebbene aumentiamolo.
L'Europa non fa niente per aiutarci veramente e c'impone solo uno sviluppo che prende ispirazione da quello tedesco. Ma noi siamo italiani ed il nostro capitalismo non ha la stessa struttura di quello francese o quello tedesco, siamo semplicemente diversi perché allora non seguire un sentiero di ripresa che ci è più congeniale? In ogni caso per l'Europa stessa è bene che l'Italia sia forte economicamente ... certo non dobbiamo creare dei carrozzoni che sono stati poi all'origine dello smantellamento dell'industria di Stato. Dobbiamo tenerli lontani soprattutto dalla politica e governarli da un istituto al disopra dei partiti (presidenza della Repubblica?). Il nostro modello del dopoguerra è quello che ci consentirà d'intraprendere la via più breve evitandoci di svenderci al primo offerente. E' certo che di quel modello dovremo tenere vivo il buono (spirito imprenditoriale e strategie industriali) e disfarci del cattivo (maneggio politico e clientelismo).
In Europa non si è voluto creare nessun sentimento di solidarietà ma si sono continuati a nutrire dei "distinguo" che continuano a farci sentire italiani, francesi, tedeschi, spagnoli ... fino a quando non si bruceranno le bandiere e ci si scorderà dei nostri nazionalismi niente di positivo potrà prospettarsi davanti a noi ... nel frattempo? Bene nel frattempo bisogna arrangiarci (siamo italiani, giusto? ... eh, eh!), fermando l'autolesionismo anche perché (diciamocelo!) teniamo famiglia e chi da mangiare alle creature? Angelina Merkel?
Quindi inutile inoltrarci su altri sentieri sconosciuti e lasciarci andare al depauperamento volontario per entrare a far parte di coloro che si sono immolati sull'altare del liberismo.
Bisogna solo essere pragmatici e non aggrapparci a scuole di pensiero economiche che sono sterili.
Noi abbiamo bravissimi imprenditori di aziende medio piccole che in quanto tali si battono in un mondo dove (alla faccia del liberismo!) valgono le regole dei più forti e di coloro che occupano larghe fette di mercato. Questi sparuti capitani di ventura (fra essi non annovero gli sparvieri, gli speculatori e gli sfruttatori che spesso si autoproclamano imprenditori) non hanno protezione. Non sostengo il becero protezionismo ma la creazione di strutture industriali (e non) forti e trainanti un'economia che non si riprenderà mai se non avviene niente che cambi velocità e dia sicurezza ad una nazione agognante.

Constatazione finale

Forse abbiamo ancora bisogno di uomini come Enrico Mattei, Raffaele Mattioli, Guidi Carli ed Ugo la Malfa, personaggi che durante la loro vita sono stati a lungo osteggiati ed accusati di dispotismo. Sarà, ma erano dei visionari senza i quali lo stivale non avrebbe ricucito le sue profonde ferite e provocato la sua (ri)nascita !
Una cosa è certa: da quando sono spariti dalla scena, l'Italia non è stata più come prima ed a cominciato a spegnersi.

venerdì 28 novembre 2014

Al bistrot di Porte Maillot




- Lo so che non mi credete, ma ve lo dico lo stesso. -
I miei tre amici continuano a parlottare. Forse il tono della mia voce è troppo basso.
- Ho da dirvi qualcosa d'incredibile ... -
Ma loro continuano ad ignorarmi.
- Ti dico che nella caponata bisogna metterci anche del sedano ... - dice Gina.
- Sì,  forse a Misterbianco si mette il sedano, ma a Catania no ... - gli risponde Giovanni.
- Cos'è la caponata? Una specie di ratatouille? - chiede Michel.
Silenzio intorno alla tavola del piccolo bistrot di Porte Maillot.
Ne approfitto:
- Forse non mi crederete ma ... -
- Ratatouille? - domanda Giovanni
- Ratatouille? - gli fa eco Gina alzando il tono della voce.
Michel sentendosi aggredito si schiaccia contro la spalliera della sedia.
- Come fai a chiamare la caponata ratatouille? ... ma ti rendi conto? - osserva sdegnato Giovanni.
- Lascia perdere, Michel! - taglio corto io - Stanno facendo del nazismo culinario! Piuttosto statemi ad ascoltare! -
Finalmente l'attenzione è tutta per me, tiro un sospiro come se il coraggio si potesse inalare.
Mi guardano in silenzio. Finalmente rompo gl'indugi.
- ... l'altro ieri notte ho volato su Parigi. -
Silenzio. Restano immobili. Solo Giovanni muove gli occhi da un lato e dall'altro come per controllare se gli altri due astanti hanno delle reazioni.
- ... ho volato appeso ad uno stormo di gabbiani! -
Giovanni si schiarisce la gola.
- In questi casi, soprattutto in questi casi ... non bisogna contraddirlo, anzi ... - dice fra il serio ed il faceto - Bisogna dargli corda ... quanti erano i gabbiani, Italo? -
- Duecentocinquanta. Il capostormo era Biagio ... ti ricordi del gabbiano che ti ho presentato a Ètretat, Gina? La mattina presto sulla scogliera mentre tutti dormivano! -
- Ah, adesso le presenti i gabbiani e non mi dici niente! Bell'amico che sei! Lo sai che Gina ha un debole per i gabbiani! ... che fai? Vuoi rendermi cornuto? Montare una tresca con un gabbiano? - inutile, il mio amico è scatenato. Insomma mi sta prendendo, per usare un'espressione prosaica, per i fondelli!
- Ma cosa dici, Italo? Io sono rimasta a letto e mi sono svegliata assieme a Giovanni, in quel mattino! - ma mentre lo dice mi fa uno sguardo d'intesa.
- Ok, sono pazzo. Va bene? ... ed invece no! Minchia! Io ho volato con i gabbiani ... perché non volete credermi? -
- Beh, non è facile ... dovresti comprenderlo. - dice Michel.
- Lo so, è difficile anche per me raccontarvelo ... ho avuto un'idea pazza ... ma poi l'ho realizzata e ce l'ho fatta ... è stato bello, se sapeste! -
Giovanni mi guarda con l'aria preoccupata.
- Ecco che cosa succede a non avere una vita sessuale regolare ... mi sei diventato scemo! ... quante volte te l'ho detto? Perché non hai seguito il mio esempio? Essere libertino fa bene alla salute del corpo e della mente! Non pensi più a niente, ti pulisci il cervello e la prostata e soprattutto non mi diventi matto! Tutto quello scrivere ti trasporta in un mondo immaginario e tu finisci per credere che sia reale! -
Taccio perché non so cosa rispondere. Che discussione sterile ne nascerebbe se gli dessi corda? 
- Ma non lo vedi che ci sta prendendo in giro? Italo, noi lo conosciamo bene! - Michel prende le mie difese.
- Non sto prendendo in giro nessuno ... al contrario cerco d'essere trasparente ed onesto con tutti voi ... dovreste essere i miei migliori amici ... vi sto mettendo a parte d'una cosa straordinaria che magari sarebbe bello che viveste anche voi! -
Giovanni adesso si mostra conciliante.
- Italo, prova ad immaginare la tua reazione se ti dicessi che sono andato sulla Luna in groppa ad un asino! -
- Ti chiederei: come hai fatto? -
- Bene, ... gli ho messo un razzo nel culo ... eh eh eh! -
- E' certo che non ti crederei ... perché sarebbe impossibile da realizzare! -
- Ma chi te l'ha detto? Basta trovare un asino che ama la penetrazione rettale! -
- Sei surrealista! -
- Chi? Io? ... ah, questa è bella! -
- Io ... come arrivare a volare trasportato da duecentocinquanta gabbiani l'ho studiato e con dei semplici accorgimenti ci sono riuscito! Li ho imbracati e legati a me con un robusto filo da pesca!-
- Ammettiamo il caso che tu abbia trovato il modo per farlo ... come hai convinto duecentocinquanta gabbiani a farsi imbracare? -
- Ci ha pensato il mio amico Biagio, il gabbiano lombardo conosciuto a Ètretat ... e s'è fatto aiutare da Pasquale, un altro gabbiano di Procida! -
Giovanni si batte le mani sulle cosce esternando la sua frustrazione per una resa disperata.
- Ok ... m'arrendo ... questo è completamente partito, irrecuperabile! -
- Scusate, tutto questo vino bianco m'ha fatto un certo effetto. - dice Gina alzandosi alla ricerca del bagno.
Fra noi tre nessuno vuole più parlare. Michel cerca di ristabilire un'atmosfera più rilassata ritornando sulla discussione che avevo interrotto!
- Allora, spiegami Giovanni ... perché non posso dire che la caponata è una ratatouille? -
Io mi assento col pensiero e mi chiedo che diavolo ci faccio in quel bistrot.
Sento il cellulare vibrare dentro la tasca. Un messaggio.
<< Ci sentiamo al telefono più tardi>> ... è Gina.
... ... ... ...
- Traditrice ... perché, non hai detto che hai conosciuto Biagio anche te? -
- Perché non mi avrebbero creduto ... eppoi Giovanni sta diventando molto geloso di te! E' sospettoso a causa della nostra complicità. Figurati che un giorno m'ha pure detto che c'era una tresca fra noi due! Se t'avessi appoggiato m'avrebbe fatto una crisi di gelosia. Sta attraversando un periodo difficile. - 
Dal cellulare sento la voce di Gina sincera.
- Ah, Giovanni! Quel sacramento di Giovanni! ... ma tu mi credi? - 
- Certo che ti credo! Ma come hai fatto? ... incredibile, che esperienza! ... vorrei farla anche io! ... dai, racconta! -
Beh, non mi faccio certo pregare!


lunedì 6 ottobre 2014

Jeanne d'Arc


Oggi fa un po' freddino qui a Parigi.
C'è comunque da considerarsi fortunati, fino adesso ci sono state belle giornate piene di sole! Perché lamentarsi? Siamo in autunno, no?
Si chiama Jeanne ed abita di fronte al mio immobile.
Il suo appartamento è un po' spostato sulla sinistra rispetto alla vista che offre la portafinestra davanti alla mia scrivania. Di tanto in tanto la vedo apparire e sparire dietro i vetri. Quando passa vicino alla luce del giorno si materializza per qualche istante ma ben presto sparisce come un fantasma nella penombra della sua abitazione e si confonde col crepuscolo domestico.
E' una donna grassa, perennemente vestita con una tuta amaranto. Il suo volto è gonfio ed i suoi capelli, mal colorati, sono radi in mezzo alla nuca. Jeanne ha uno sguardo gentile ed io l'immagino come poteva apparire da giovanetta mentre distribuiva ai coetanei quei suoi sguardi privi di malizia. Suo marito è un signore magro ed ossuto con una striscia di capelli ormai bianchi che, come una corona, girano intorno alla testa la cui sommità è lucida come la palla di biliardo. Fu lui che mi rivelò il nome di sua moglie; un giorno la chiamò dal balcone per ricordarle di comprare qualcosa.
Jeanne sta uscendo dal portone. Trascina dietro di sé la sporta con le rotelle. Oggi è domenica, c'è il mercato.
Come spesso m'accade osservo attraverso la portafinestra del mio soggiorno il passa e spassa della gente nella mia via. Alcuni, pochi, li conosco.
Il telefono vibra dentro la mia tasca.
- Pronto, papà ... come stai? - 
- Come vuoi che stia? -
- Bene ... per esempio. -
- ... sì, sì ... sto bene! ... e tu, tu come stai? -
- Bene. -
- Che ci fai a Parigi? Non vieni più a Milano? ... -
- Sì, certo ... questo week end volevo starmene da solo ... eppoi i ragazzi sono tutti impegnati! -
- Ma sei lì da solo ... non è bello restare da solo. -
- No, non sono da solo ... ho incontrato una donna. -
- Ah, che bello! ... come si chiama? -
Le migliori "balle" sono quelle estemporanee.
- Jeanne. -
- Jeanne ... Giovanna. Bel nome. Giovanna d'Arco. Me la farai conoscere? -
- E' troppo presto papà, lascia che ci si conosca noi un po' meglio! Non trovi che sia giusto? -
- Sì, certo ... sei più giudizioso di tuo padre! -
Guardo la finestra della mia dirimpettaia. Il marito attraversa lo specchio della finestra. Se sapesse che sua moglie ha appena cominciato una tresca col sottoscritto!
Cambio soggetto.
- Hai visto che pasticcio in Europa? -
- Parli del rispetto del trattato di Maastricht? ... ma che buffoni! ... 3 per cento sì, 3 per cento no! Discussioni idiote ... dei cretini demagoghi, ecco quello che sono! La Germania, la Francia ... l'Italia! -
- Renzi dice che Hollande fa bene a sforare ma che l'Italia non deve per una questione di credibilità! -
- Chi, il ragazzino? Che idiozie! Potrebbe trovare degli argomenti più seri! Come si fa a chiedere agli italiani di stringere la cinghia per una questione di credibilità? Dovrebbe dire invece che aumentare l'indebitamento in Italia per far arricchire la mafia ed i corrotti non serve a niente. La Francia può permettersi di dire no a Maastricht perché non ha i problemi italiani. E' un paese che ha delle strutture, che funziona ... malgrado la loro casta dirigente odiosa ed arrogante ... hanno messo su un paese i cui ingranaggi girano e, diciamocelo, sono più seri! Noi cosa vogliamo fare? Indebitarci per far ricchi i camorristi, mafiosi ed 'ndranghetisti ... si cominci a spazzare via tutta quella feccia e l'Italia ripartirà ... non si tratta di credibilità ma di pulizia che va fatta per evitare che della marmaglia faccia affondare un paese! Altro che 41-bis ... un po' di calci nel deretano! Qualche prefetto Mori da Napoli in giù e le cose andranno meglio. I mafiosi? Che se ne tornino negli Stati Uniti con il generale Patton! -
Complimenti! Quasi novant'anni ma non li dimostra! Lo sento bello arzillo, tanto vale provocarlo ... eccitarlo  ... con questi discorsi riattivo le sue coronarie ... in fondo lo faccio per la sua salute!
- Sembrerebbe che la ripresa negli Stati Uniti abbia portato una forte riduzione della disoccupazione ... è un paese che non sa neanche cos'è l'articolo 18! C'è chi dice che è un buon argomento per sostenerne l'abolizione in Italia. -
- Deve dirlo qualche cretino demagogo e manipolatore! Per forza che negli Stati Uniti non c'è l'articolo 18! Si tratta d'un paese con un'altra cultura, un'altra storia! Da più di duecento anni è il paese che ha raccolto tutti i disperati europei ... cosa vuoi parlare loro dell'articolo 18? Gli antenati degli americani arrivarono morti di fame ed approdarono in quelle terre non per cercare l'articolo 18 ma per lavorare ... non per cercare il garantismo ma per sfamarsi ... non esiste nella loro cultura il reintegro ... come si fa a comparare gli Stati Uniti, con l'Italia o con l'Europa? Nessuno si chiede perché non diventiamo come i cinesi? Anche loro hanno una bella crescita! -
- Papà, lo sai bene che questa querelle è diventata uno scontro ideologico, un pretesto che ognuno usa per scaricare l'altro! -
- Che cretini ... e continuiamo a perdere del tempo dietro polemiche e diatribe che poco hanno a che fare col bene comune! 'Sto ragazzino, Renzo, mica ce la fa! ... so magnano vivo! -
Quando passa alla cadenza romanesca vuol dire che è ben caldo!
- Sì, papà, Renzo e Lucia! -
- Pecché? Come se chiama? -
- Renzi, Matteo Renzi. -
- Peccato che so magnano, 'sto ragazzì! C'ha messo pure la bona volontà! S'è pure 'mparato l'inglese! -
E' vero! Mi domando: come diavolo ha fatto?
Il momento d'eccitazione politica è passato e mio padre ritorna a parlare senza cadenza.
- Beh, adesso ti lascio ... devo andare. -
Dove? ... no, non glielo chiedo.
- Alla prossima, allora papà. -
- Alla prossima figlio ... sono contento che hai incontrato ... come si chiama? Ah ecco, Giovanna d'Arco! -
Lo sento ridacchiare mentre riattacca.
Rimango davanti alla portafinestra e guardarmi il passa e spassa sulla via.
Qualche goccia di pioggia punteggia i vetri. I passanti camminano più in fretta. Certuni, i più previdenti, hanno aperto l'ombrello.
Arriva anche madame Jeanne trascinando la sua sporta. Avanza quasi trotterellando. Sembra un grasso clown dentro una tuta amaranto. Vedo suo marito affacciato alla finestra. Ha l'aria preoccupata, forse a causa della pioggia imminente.




sabato 20 settembre 2014

... lettera d'un anziano amico di mio padre ...


Caro Cesare,

in questo momento non ci sono più, sono andato via da questo mondo e non so dirti dove sarò, se sarò da qualche parte. Devo dire che in questo frangente, mentre ti scrivo, non m'interessa molto rifletterci.
Non mi resta molto tempo per sviscerare un problema che, da quando l'uomo esiste, ancora non è riuscito a rivolvere. Quindi inutile perdere tempo su un argomento arcano. Se tu ci pensi bene tutto questo riflettere su cosa viene dopo la vita terrena non serve a molto se non a creare dei rompicapi filosofici e religiosi ... le religioni (poi, quelle!) non hanno mai saputo far di meglio che elaborare ipotesi su cui ti chiedono, alla fine, di credere ciecamente e d'aver fede! L'uomo dovrebbe concentrarsi più sul suo percorso di vita piuttosto che sul post mortem sulla cui meditazione non ricava alcuna risposta ma solo delle insicurezze.
Secondo me ciò che ci porta a riflettere molto sul nostro futuro non terreno è la nostra presunzione. Ci si sentiamo eletti e non accettiamo la morte, destino che ci accomuna agli altri esseri viventi. Se invece fossimo un po' più modesti ed avessimo più rispetto verso le altre creature, che hanno anch'esse un inizio ed una fine, forse vivremmo meglio e le nostre energie sarebbero spese più saggiamente. Mi rendo conto che scrivendo questo nego la storia dell'uomo che è stata pervasa da credenze religiose e da presunte superiorità non solamente sulle altre specie ma anche sugli altri esseri umani. Guarda quello che sta succedendo adesso! Abbiamo rispolverato le guerre di religioni non avendone abbastanza delle guerre etniche!
Mah ... da un po' non leggo più i giornali anche perché non mi dicono niente di nuovo e per noi, che abbiamo vissuto nella nostra giovinezza una guerra mondiale cosa vuoi scoprire di più sulla capacità delle nefandezze dell'uomo?
Ti ho mai raccontato che nel quarantatré durante l'avanzata delle truppe alleate rimasi bloccato nei pressi di Frosinone mentre tentavo d'attraversare le linee?
Forse no, perché non ne ho mai parlato volentieri.
Ne uscii vivo per miracolo perché riuscii a nascondermi in una soffitta mentre, non lontano da dov'ero, le truppe franco-marocchine sventravano la donna che mi aveva ospitato e nel contempo ne violentavano la figlia di dodici anni che in seguito sgozzarono come un agnello. Certo, si tratta di crimini di guerra, ma li fecero i vincitori (od almeno quelli che si proclamarono tali) ed all'epoca non era possibile dare risonanza a tali fatti come si fa adesso. Solo Moravia ne parlò e Sofia Loren vinse l'Oscar ... ma, e tu mi puoi credere, tutto ciò non fu abbastanza per descrivere l'orrore di quei giorni!
Le immagini ce le ho ancora vivide ed ho vissuto in prima persona l'orrore di cui l'uomo può rendersi capace! Ma adesso che sto morendo non voglio pensarci, non voglio morire con quelle immagini negli occhi. 
C'è di meglio nella vita.
C'è stata mia moglie che ho amato sempre e mio figlio ... certo, mio figlio.
Comunque non è per snocciolarti delle nostalgiche tristezze che ti scrivo e ti dedico questa lettera post mortem! No, di certo!
Prima d'andarmene volevo scriverti che sei un rompicoglioni!
Il re dei rompicoglioni incazzoso!
Non è una novità, noi amici te l'abbiamo sempre detto ... ma adesso che me ne sto andando (e fra un po' te ne andrai anche tu! E' inutile che tu faccia degli scongiuri: è statisticamente comprovato che sulla soglia dei novant'anni si abbiano maggiori probabilità di morire!) te lo voglio ribadire. Non volermene te ne prego, ma sappi che il tuo comportamento è sempre stato motivo di delizia per noi perché, forse senza che tu te ne rendessi conto, ci hai sempre divertito. Tu non sai i ricami che noi, "gli amici", abbiamo fatto sulle tue esternazioni ed i tuoi moti d'ira! Anzi per essere sincero fino in fondo, certe volte ti abbiamo provocato perché tu reagissi. Registravano mentalmente le tue reazioni e dietro le tue spalle erano che dei frizzi e dei lazzi.
So che leggendo ciò che ti ho appena scritto t'incazzerai ma devi capire che il nostro comportamento dissacrante nei confronti delle tue incontenibili manifestazioni caratteriali è uno strumento di difesa, altrimenti come ti si potrebbe stare vicino?
Ci conosciamo da tanto tempo e ti posso dire senza alcuna possibilità d'essere contraddetto che hai rotto i coglioni a tutti nella tua vita ma ... alla fine t'abbiamo voluto bene anche e soprattutto i tuoi congiunti che, malgrado le tue angherie, ti sono rimasti sempre vicini.
Sono disteso su un letto d'ospedale, Cesare.
Nella stessa stanza con me ci sono altri due pazienti. Un triste separé color ocra mi divide da loro. Sono ospite di questo edificio da diverse settimane e conosco ormai tutte le procedure che vengono messe in atto quando sei ormai sulla soglia della porta d'uscita. Ho intravvisto anche il prete mentre mi guardava con lo sguardo del venditore di spazzole che deve avvicinare il suo prossimo cliente.
Sopra di me le gocce trasparenti che fuoriescono da una bottiglietta scandiscono il tempo che ormai s'accorcia sempre di più. Dentro quel liquido c'è la morfina, lo so ... non c'è bisogno che me lo si dica. Spero d'andarmene in maniera dignitosa senza fare smorfie e spero d'essere solo. Non voglio dare spettacolo.
Ricordo quando se n'è andò la povera Anna ... fece degli ansimi e dei gemiti appena percettibili ed alla fine dalla sua bocca uscì un ultimo respiro liberatorio. Ero a fianco a lei, le tenevo la mano e pensai che stesse avendo un orgasmo perché si comportava proprio come quando facevamo l'amore.
- Ma Anna! - dissi stupito e solo dopo qualche secondo capii che era morta. Chiamai il suo nome ancora ma il mio tono ormai era disperato.
Provai vergogna, tanta ... ed ancora me ne voglio.
Forse sbaglio, forse è proprio così ... un orgasmo, un estasi ... come quelle che scolpiva Bernini.
Mah! ... lo saprò fra non molto!
Nella mia famiglia me ne vado per ultimo ... prima mio figlio, poi mia moglie ... così è andata! Non è bello sopravvivere ai propri congiunti ... devi lottare sempre contro la tristezza perché non prenda il sopravvento mentre cammini solo lungo il viale alberato!
Beh, adesso concludo questa mia. Non voglio che il mio appuntamento arrivi prima e la lasci incompiuta. Invierò questa lettera all'indirizzo internet di tuo figlio, pregandolo di leggertela quando sarà ben sicuro che non ci sono più. Tu internet non sai neanche cos'è ... sei troppo pigro per impararne l'uso.
Grazie Cesare, per i pranzi del mercoledì quelli "degli Acciaccati"!
Ci hai offerto della convivialità in tutti questi anni e tutti assieme ci siamo fatti compagnia. Grazie per le risate che, a tua insaputa, ci hanno dato il buonumore ... guarda che ti vogliamo bene!
Ti prego continua a fare l'anfitrione ed il mio posto dallo a qualcuno che sia simpatico ed allegro. Non pensate più a me perché io non penserò più a voi.
Sopra di me, una crepa attraversa il soffitto ... non voglio morire guardandola ... chiuderò gli occhi ed attenderò e lascerò che nella mia mente scorrano le immagini della mia vita ... mi soffermerò su quelle più belle, non sulla guerra, non sulle violenze ... no, solo sulle cose belle.

Ciao Cesare.

martedì 16 settembre 2014

... mamma mia, siamo in recessione!




Sono seduto ad un tavolino su un terrace che da sul pont d'Alma non lontano dal tunnel dove trovò la morte la principessa Diana. Il sole tiepido settembrino comincia ad abbassarsi ed acceca gli avventori. Io non porto gli occhiali scuri e quindi ho gli occhi chiusi e lascio che i rumori del traffico e degli altri clienti mi giungano all'orecchie confusi e mischiati.
- Ma hai letto che l'Italia è in recessione? Il Pil decresce. - dice un ragazzo alla sua giovane compagna.
Sono seduti nel tavolino accanto al mio. Sono italiani, li avevo riconosciuti già quando avevano preso posto. Riconosco i miei connazionali per come si vestono e come si muovono.
- Mamma mia! Ma dove andremo a finire? -
- Che vergogna! E chi ci torna in Italia? -
Apro un occhio e li spio.
Hanno l'età del mio primogenito.
Abbandono la mia posa rilassata e mi metto in posizione più eretta sulla sedia. Frugo dentro la tasca della mia giacca e tiro fuori il "coso". Ci armeggio sopra fino a quando vedo apparire sullo schermo quello che cerco.
Lo porgo ai due ragazzi.
- Guardate qua ... leggete. -
- Ma lei è italiano? -
- Italiano ... italiano come voi. Leggete e poi mi dite cosa ne pensate. -
Il ragazzo prende il "coso" e lo mette fra lui e la sua giovane amica ed entrambi cominciano a leggere.

Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell'ammassare senza fine beni terreni. Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell'indice Dow-Jones, né i successi del paese sulla base del Prodotto Interno Lordo. 
 Il PIL comprende anche l'inquinamento dell'aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana. Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini. 
Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari, comprende anche la ricerca per migliorare la disseminazione della peste bubbonica, si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte, e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari.

Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l'intelligenza del nostro dibattere o l'onestà dei nostri pubblici dipendenti. Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali, né dell'equità nei rapporti fra di noi.

Il PIL non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese. Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta. Può dirci tutto sull'America, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere americani.

- Interessante, ma di chi è? -
- Di Robert Kennedy, il fratello del presidente. Se leggete bene vedrete che questo discorso l'ha pronunciato nel 1968, qualche mese prima d'essere ammazzato. -
- Quindi se il Pil decresce non è una brutta cosa? - mi chiede la ragazza che sembra essere più ansiosa.
Dall'accento sembrano venire dal Lazio.
- Né brutta, né bella ... il Pil è solo un indicatore ... dipende da quello che ci si mette dentro. Il buon Bob Kennedy non avrebbe mai potuto immaginare che adesso nel PIL ci hanno aggiunto anche le puttane, i magnaccia e gli spacciatori di cocaina. Si sono dimenticati i corrotti, ma non disperate ... arriveranno anche loro! -
- Beh, in fatto di zoccole, magnaccia e bustarelle semo er meio do monno! Vor dì che uscemo presto de sta crisi!- 
- Sì, c'hai ragione ... ma che ce frega a noi! - mi sento autorizzato ad usare la cadenza capitolina, mio padre è romano - Che fa'? M'o ridai er "coso"? -
Si scusa mentre me lo porge ed io lo ripongo nella tasca interna della giacca.
La luce del sole pomeridiano è proprio accecante ed io m'allungo di nuovo sulla sedia e chiudo gli occhi.
- Che forte 'sto Bob! ... mi scusi, ma lei è de Roma? -


domenica 14 settembre 2014

Come in una barzelletta ...


Sì, lo so che può sembrare assurdo, ma a me non piace dormire!
Lo considero solo un bisogno fisiologico, come andare a far pipì o mangiare. Anzi se proprio devo stillare una classifica fra i suddetti, in temine di piacere, metterei al primo posto l'alimentarsi, al secondo l'urinare ed al terzo il dormire. Perché al secondo fare pipì? Beh, alla mia età, che ancora non è veneranda, quando si scopre d'avere una prostata si cominciano a fare dei monologhi. Davanti alla tazza del cesso, col le gambe larghe si guarda in giù e lo s'interroga domandandogli: allora che vogliamo fare? ... passiamo qui la giornata?
Si può capire che fare la pipì sia un piacere ... diciamo liberatorio.
Stamattina mi sono alzato presto e sono andato a correre (lo faccio la mattina di buonora quando di pazzi come me ce ne sono pochi e soprattutto non c'è nessuno che mi superi!), sono tornato a casa, colazione, doccia e ... un'irresistibile botta di sonno ... mi sono svegliato a mezzogiorno incazzato come una biscia! Cosa dovevo fare? Niente di particolare se non vivere e, forse, scrivere.
Mi sono fatto un couscous ... ed adesso mi sono riconciliato con me stesso!
Quattro anni fa mi sarei anche fumato una sigaretta godendola solo nel momento in cui l'accendevo ma perdendo l'interesse per essa solo dopo qualche boccata ed avrei detto: che minchiata fumare ma perché non smetto?
Lo feci un giorno di gennaio ed adesso accendo le sigarette solo in sogno ed immancabilmente mi sorprendo a ripromettermi di smettere anche in quel contesto. Mah!
Fuori la giornata è bella ... il penultimo week end estivo e che minchia! Anche questa estate è andata! Il mio amico Daniel, che è mio coetaneo, le conta tutte ed anche quest'anno ha detto: ce ne restano ancora ventidue! E che ne sa lui che muore ad ottant'anni?
Bah ... è certo che si debba tutti morire ... mi chiedo se tutti lo pensano nella vita di tutti i giorni. No, no, altrimenti il mondo girerebbe diversamente.
Povero papa Francesco ... dice delle cose talmente vere ed evidenti contro le guerre ed il comportamento degli uomini che sembrano delle ovvietà ma sono alla base del nostro agire.
E' difficile il suo mestiere soprattutto per uno che ha l'immagine di credere in quello che dice!
Come diavolo farà a mediare fra la curia romana e la parola di Cristo anch'essa mistificata e manipolata dai padri della Chiesa?
Ognuno ha da gestire le sue contraddizioni, anch'io ho le mie e faccio sempre più fatica a governarle. Il problema è che lo si vede e chi mi frequenta lo percepisce in quanto sono sempre più refrattario ad accettare argomenti che giustificano l'agire ipocrita di chi mi sta attorno. Anche perché, mi dico, che fino a quando ci convivo, fariseo lo sono anch'io!
Forse sono paranoico ma mi sento sempre più isolato ed ho l'impressione che un giorno sarò espulso fuori come un corpo estraneo, un rigetto ... fusse che fusse la vorta bona!
Non avrò più alibi!
Invece attenderò la pensione ... e sarebbe anche il caso che mi ritenga fortunato, con i tempi che corrono!
Certo con i tempi che corrono ... ...
Qualche sera fa, eravamo intorno un tavolo a cenare: un turco, un americana, un ceco, due francesi, un belga, un messicano ed un italiano (io). Proprio come nelle barzellette!

Messicano: ve lo ricordate Pablo, quello con i baffi? E' morto d'infarto due mesi fa!
Tutti: minchia (in verità ognuno ha utilizzato un'esclamazione diversa ma io faccio una traduzione che unifica tutte l'espressioni)!
Primo francese: Era un bravo uomo: è stato mio direttore amministrativo quando ero in Messico!
Secondo francese: ... e sua moglie? era molto più giovane di lui!
Messicano: non so ... non ho notizie.
Belga: cos'è? Adesso vuoi sposartela tu?
Secondo francese: io sono felicemente sposato, forse per Italo?
Italiano: lasciate in pace il can che dorme eppoi chi vi dice che non sia impegnato?
Primo francese: ... ah, che tu sia in disarmo ci credo poco!
Italiano: uffa, la smettete! Mi mettete sulle spalle una reputazione! ... cosa penserà di me Shawn?
Americana: Certamente le peggio cose. Sono stata sposata con un italo-americano quindi il mio giudizio sugli italiani è ben ponderato!
Tutti: ahahahah ...!
Belga a Italiano (parlandogli all'orecchio): Shawn è quella che se la passa meglio fra noi! Il suo ex-marito è uno dei migliori avvocati di New-York, sapessi che alimenti si becca!
Italiano a Belga (sottovoce): Beh, allora ci faccio un pensierino!
Belga: ahahahah ... vedi che non ti smentisci mai!
Ceco: perché ridi? Che ti ha detto Italo?
Belga: niente, niente ... private joke ...
Primo francese: ma lo avete assaggiato questo vino? E' un grand cru ... brindiamo a noi ed al piacere di ritrovarci ancora intorno ad una tavola fra un anno!
Tutti: a fra un anno!
Tutti bevono il vino tranne il Turco che brinda col bicchiere dell'acqua.
Italiano: Nuri, non sapevo che eri di religione mussulmana!
Turco: non sono mussulmano, ma cattolico ortodosso ... e sono astemio!
Ceco: come va dalle tue parti? Allora, Erdogan non vuole più entrare in Europa?
Turco: no, stiamo bene come siamo ... certo che entrare nella zona euro non è tanto vantaggioso in questo momento! Meglio una moneta debole per finanziare le nostre esportazioni!
Belga: è certo che dopo la guerra con tutta quelle ricostruzioni da fare, gli affari andranno a gonfie vele!
Turco: vanno già a gonfie vele! Molte aziende hanno aperto stabilimenti di produzione sul confine con la Siria eppoi il petrolio contrabbandato dall'Isis costa poco.
Italiano: sicuro, voi quelli dell'Isis ce li avete sul confine con la Siria e con l'Iraq.
Americana: che periodo che stiamo vivendo! L'Iraq, la Siria, Gaza ... gli embarghi con l'Iraq ...
Turco: anche con l'embargo si fanno affari! Molte società europee cambiano l'etichetta, mettono "made in Turkey" ed esportano i loro prodotti attraverso la nostra frontiera!
Italiano (alzandosi): scusate...
Tutti: un sorriso di convenienza.

No, non andai alla ricerca del bagno. Uscii dall'ampio locale invaso da noi dirigenti e preso in affitto in toto dalla nostra società. M'inoltrai nel curatissimo giardino e m'avvicinai ad un gruppo d'alberi.
Sarà stato lo stimolo della prostata, il vino bianco grand cru o forse semplicemente la voglia di fare un gesto un po' dissacrante che mi spinse a far pipì contro un alto pino.
Alzai lo sguardo e notai che la notte era rischiarata da un plenilunio e che volenti o nolenti l'avrebbero notato tutti: ricchi, poveri, vittime, boia, ipocriti, farisei, onesti e santi.
Sì, lei, la luna, è ancora di tutti e non c'è nessuno che ci fa affari.
Forse per questo che è così bella!

mercoledì 10 settembre 2014

Cristo si è fermato a Ebola


Alcuni giorni fa leggevo un articolo sulla "bomba" di pioggia che è esplosa sul Gargano: danni materiali ingenti e due vittime. 
Anche la televisione italiana ne ha parlato ed in maniera abbastanza estesa. 
Da un giornale di lingua inglese ho appreso (giusto un trafiletto, a dire il vero) che nel Kashmir c'è stata un'alluvione. Da quelle parti sono abituati ai monsoni, direbbe qualcuno. Sì, e ci sono state diverse centinaia di morti. Anche a questo sono abituati, direi io.
Ma di quei poveri cristi se ne sa poco o niente.
Nelle prime pagine si parla spesso di un altro argomento: l'epidemia di ebola.
Stamattina abbiamo tirato un sospiro di sollievo: la signora nigeriana ricoverata in un ospedale nelle marche non ce l'ha. 
E' solo affetta da febbre malarica. 
Intanto nell'Africa Occidentale, da quando è iniziata l'epidemia, ci sono stati duemila morti.
- Ma non avete paura voi in Italia del contagio, con tutti quegli sbarchi in Sicilia? - mi chiede una signora tedesca.
- Non si preoccupi un killer della mafia ucciderà l'ebola. -
La gentildonna teutonica mi guarda perplessa mentre il mio amico Giovanni che è accanto a me ridacchia.

A proposito della mafia: ma chissà come si diverte il signor Riina?
E' sufficiente che dica una cazzata durante l'ora d'aria che subito dopo le sue esternazioni appaiono sui giornali. Lui certamente lo sa che ha dei microfoni dappertutto (anche nella tazza del cesso, probabilmente) e sa anche che fa notizia. Secondo me fra i suoi svaghi vi è anche l'annotare dei tempi che intercorrono tra il suoi sussurri nel cortile del carcere ed l'apparizione dell'articolo sul giornale.
E noi che facciamo?
Leggiamo, sulla stessa prima pagina in cui si commenta il discorso che il signor Obama fa agli Stati Uniti a proposito della politica estera, del signor Totò Riina (rinchiuso in una prigione di massima sicurezza per scontare tutte le sue condanne a vita) che emette la sentenza di morte di don Ciotti. 
Il prete per tutta risposta predica la confisca dei suoi beni (anche quelli occulti!)! 
Insomma fra le notizie importanti propinate all'italiano medio ci sono le dichiarazioni d'un presidente che parla delle strategie politiche della nazione più potente del mondo ed i deliri d'un vecchio psicopatico che dovrebbe essere semplicemente ignorato! Invece gli si dà l'onore della prima pagina!
Questa informazione non serve a niente se non ad alimentare la vanità d'un criminale e distoglie l'interesse su tematiche più importanti su cui, invece, bisognerebbe focalizzare l'attenzione.
Ma questa è un'affermazione che lenisce il diritto dell'informazione! ... stronzate!
Un altro esempio: Marchionne liquida Luca Cordero di Montezemolo (ma v'immaginate avere un cognome così lungo? Ci si addormenta solamente nel scandirlo! ... ed io che mi lamento del mio che trovo impronunciabile per gli stranieri!)!
Ma chi se ne frega di questo licenziamento? Ce ne sono centinaia ogni giorno in Italia e non finiscono in prima pagina! 
Sapete, non è il signor Luca (per amore di concisione preferisco chiamarlo così) che ha fatto la Ferrari! Forse i più giovani possono crederlo!
Esisteva già ed era stata fondata da un certo Enzo Ferrari che, non essendo un imprenditore ma un poeta della meccanica, si ritrovò alla canna del gas e si fece comprare dalla Fiat. L'avvocato Agnelli (padrone della Fiat) diede in gestione quel poema automobilistico ad un giovanetto, per l'appunto il signor Luca, che non era né imprenditore né poeta della meccanica ma solo un ... guaglioncello che sapeva contornarsi di gente che aveva le qualità che lui non possedeva (possiede). La Ferrari è stata fatta grande dai tecnici di Maranello e da gente come Lauda, Todt e Schumacher ... lui, l'ex-guaglioncello, ha cercato solo di costruirsi una leggenda.
Adesso il signor Marchionne (vero manager anche se quello che fa non può piacere a tutti) gli dà ventisette milioni di euro (c'è chi ha preso di più, per esempio il signor Profumo) e se lo toglie dagli zebedei!
Ma che notizia è?
Una non notizia, come le esternazioni sussurrate e registrate di Totò Riina (quant'era bello quando questo nome evocava il giocatore Schillaci ed il mitico principe de Curtis!).
Queste non sono certo delle notizie da prima pagina. Per favore, siamo seri!

- Cosa c'entra il killer della mafia? - mi dice piccata la signora che anche quando parla in francese non riesce ad attenuare il suo accento di "Deutschland über alles" - Adesso stanno producendo dei vaccini contro l'ebola. -
Beh, senso dello humor ... zero!
- Certo, perché gli occidentali si sentono minacciati ed il mercato lo richiede. Fin quando il problema era degli africani nessuno se ne preoccupava molto. Comunque non si preoccupi, sembrerebbe che la morte per ebola sia talmente veloce che chi ne è colpito non fa in tempo a fare molta strada ... e poiché la distanza fra noi e l'Africa occidentale è lunga, la probabilità che l'ebola arrivi in Europa è ridotta. Non si può dire lo stesso per l'aids che ha un'incubazione prolungata ed il portatore può viaggiare per molto tempo prima che i sintomi della malattia si manifestino. L'ebola nasce e muore nello stesso posto ... insomma, parafrasando Carlo Levi, sembra proprio che in quei luoghi gli esseri umani sono abbandonati a se stessi ... che non ci sia Dio ... Cristo si è fermato ad Ebola. -
- Chi è Carlo Levi? -
- Un medico divenuto pittore. - certo in Germania non deve fra gli autori italiani più noti. Mi rendo conto, inoltre, che la mia freddura sarebbe difficilmente compresa  anche in Italia.
- Ha fatto delle ricerche sull'ebola? - la signora è evidentemente interessata sull'argomento.
Giovanni che è accanto a me non riesce a trattenere la risata ed alla fine, senza che nessuno l'abbia sollecitato, si sente obbligato a dire la sua amenità:
- E se facessero un vaccino che al contempo protegge dall'aids e dall'ebola, non sarebbe meraviglioso? Un vaccino polivalente! Finalmente si tromberebbe senza patemi!-
Lo guardiamo entrambi.
No, neanche io, in questo caso ho il senso dello humor! 

lunedì 8 settembre 2014

L'orrore


Fuori dalla fusoliera il cielo è d'un azzurro accecante, sotto ai miei piedi le nuvole immacolate nascondono a tratti la campagna francese.
Sto volando verso l'aeroporto di Lisbona. A Cascais parteciperò ad un seminario con altri miei colleghi. E' buffo chiamare una riunione di lavoro così ... ho l'impressione di partecipare a qualcosa di religioso e come se si volesse dare al profano un alone di sacro, colto. Forse mi lascio suggestionare dalla mia educazione cattolica.
I miei compagni di viaggio parlano di business: vendite, margini.
- Com'è andata quest'estate? - mi ha domandato uno mentre attendevamo l'imbarco.
- Bene, son stato con i miei figli. Non c'è stato troppo caldo. Un'estate perfetta! -
- Scusa ... ma io volevo sapere come sono andati risultati ... -
- Ah, scusa tu ... non benissimo. In Europa si soffre, Francia ed Inghilterra sono in ritardo nelle vendite ... l'unica che tiene è il Regno Unito. -
- ... e gli Stati Uniti? -
- ... così così! -
- Capisco ...! - fece l'aria di circostanza di chi vuol dare ad intendere che partecipa emotivamente alla disgrazia d'un altro. Pensai che avrebbe assunto la stessa espressione se gli avessi annunciato un lutto in famiglia.
- ... e tu? Cosa mi dici? - chiesi.
- Anche per noi ... la Germania, terribile, terribile! -
- Hai trovato brutto tempo? -
- Dove? -
- In Germania ... ah scusa, io parlavo delle vacanze ... tu ancora delle vendite! -
... come non si può guardare quell'azzurro che toglie il respiro e non lasciare che i tuoi pensieri si perdano in quell'immensità?
Purtroppo i miei pensieri non sono gai.

Ho da poco terminato di leggere un articolo sulle immagini che hanno fatto il giro del mondo e che mostrano l'esecuzione del reporter americano Sotloff.
No, io quel clip non lo voglio visionare.
C'è chi l'ha fatto. L'autore dell'articolo, per esempio. 
Ne da la descrizione con la freddezza di chi illustra le fasi d'una ripresa d'un cortometraggio, d'un documentario. No, l'articolista che scrive sull'International New York Times, non è un cinico ma un tecnico della comunicazione. Cosa dice? Che dietro quell'orribile clip c'è del mestiere, c'è un savoir faire. Lo stesso che troviamo nei creatori dei videogiochi che simulano battaglie ed azioni cruenti (Assassin's Creed; The Last of us ... ). 
Guardate la foto che ritrae il boia jihadista psicopatico: sembra un ... un ninja. 
Vi ricordate le Tartarughe Ninja? ... tutta una generazione (quella dei quasi trentenni) è cresciuta con quei personaggi. La stessa generazione su cui punta la propaganda di questi adoratori del terrore. Una coincidenza? Fanno leva sull'immaginario di giovani più deboli?Forse ... non so!
L'autore dell'articolo fa notare che la maestria (si fa per dire!) dei cineasti jihadisti è sofisticata non solo nella messa in scena ma anche nella tecnica cinematografica tanto da usare la dissolvenza e sapienti stacchi di scena.
Che dire?
Certamente non voglio arrivare a scrivere: ma in che tempi viviamo! ... e neanche voglio scandalizzarmi per la spettacolarizzazione d'una efferata esecuzione e decapitazione (purtroppo non è la prima ... il net ne è pieno!) ... voglio solo denunciare l'ipocrisia di coloro che si scandalizzano e denunciano gli orrori quando ne sono la causa.
L'uomo fa orrori fin da quando Caino uccise Abele ... ci sono le guerre e si vincono perché il vincitore è più crudele ed uccide di più del vinto. Così è e così sarà ... è evidente, ma spesso lo dimentichiamo. 
Se gli Alleati hanno vinto sui Nazisti e sui Giapponesi non è stato per caso ma grazie ai bombardamenti massicci che hanno annietato la Germania ed alle bombe nucleari su Hiroshima e Nagasaki. Dissero che lo fecero per evitare che morissero altri soldati americani. Mah! 
Degli orrori.
Sei nazista? No, non sono nazista.
Se la Rivoluzione Francese ha consentito l'affermarsi dei concetti di Libertà, Uguaglianza e Fraternità non è stato grazie solo al diffondersi delle idee degli illuministi ma al "terrore" imposto da Robespierre. 
Degli orrori.
Sei monarchico reazionario? No, non sono monarchico reazionario.
Se Israele è riuscita ad arrestare il lancio di missili (per la maggior parte intercettati) dalla striscia di Gaza non è stato grazie all'intervento diplomatico degli Stati Uniti ma per il bombardamento sistematico fatto su dei civili inermi che ha fatto più di duemila vittime. E non c'è stata neanche una vera reazione del mondo occidentale (Che ne so? Un piccolo embargo?)! 
Degli orrori
Sei antisemita? No, non sono antisemita. 
Anzi ne approfitto: sono contro il sionismo, quello estremo. Esattamente come lo sono nei confronti di tutti i fondamentalisti a qualsiasi bandiera o credo appartengano. Insomma sono intollerante contro gl'intolleranti!
Purtroppo d'esempi come quelli che ho appena proposto ce ne sono centinaia. Ne è disseminata la storia dell'umanità.
Forse non lo s'è capito, ma io sono contro la guerra ... contro tutte le guerre!
Torniamo però ai nostri ipocriti.
Chi arma i nemici? Chi ha armato Saddam Hussein? Chi ha armato Bashar Al-Assad? Chi arma i Jihadisti del Califfato? Chi finanzia i guerriglieri di Al-Fath?
Le risposte sono difficili perché s'intrecciano e si confondono. Per non sbagliare rispondo alla rinfusa sapendo che comunque i responsabili, chi più chi meno, lo sono tutti: Qatar, Arabia Saudita, Russia, Cia (e quindi Stati Uniti), paesi della CEE (yes!).
Domanda: ma per fermare le guerre non si potrebbero tagliare i finanziamenti e arrestare il flusso delle armi?
Vediamo.
Il Qatar (sciita) ha un sacco d'interessi finanziari in Europa (ma ve l'immaginate cosa direbbero i tifosi del Paris Saint-Germain se gli s'alienassero il principale finanziatore della loro squadra?) inoltre deve ospitare i campionati del mondo di calcio (a parte i poveri nepalesi sfruttati come semi-schiavi, come si fa a fermare i lavori commissionati ad imprese occidentali?), come si fa a minacciarlo?
L'Arabia Saudita (sunnita) ha anche lei un sacco d'interessi finanziari in Europa (il principe ereditario Salman Bin Abdulaziz Al-Saoud qualche giorno fa era a Parigi per parlare amabilmente d'affari col presidente Hollande) ed è il principale alleato degli americani nel Medio Oriente. Mica le si può intimare di smettere di finanziare i Jihadisti?
La Russia si sente circondata da una parte dalla Nato, dall'altra dai cinesi e cerca di rifarsi dell'egemonia persa negli stati dell'est europeo con colpi di coda nello scacchiere mediorentale. Per non perdere la faccia gli si fanno degli embarghi per mostrare che la Nato sostiene l'Ucraina, sennò chi ci da il gas (sì, proprio quello che serve a far bollire l'acqua per fare la pastasciutta. Più del 30% proviene dalla Russia)?
Gli Stati Uniti, come fanno ad impedire alla potente lobby dei costruttori d'armi d'arricchirsi?
I Paesi della Cee con la crisi che attanaglia il continente e con le fabbriche che chiudono come fanno a smettere di vendere armi (la Francia ha dovuto a malincuore bloccare la consegna di due navi da guerra alla Russia e l'Italia, ob torto collo, vende le armi ai curdi!)?
Beh, adesso a causa dell'impopolarità delle guerre nel medioriente (e vorrei vedere!) tutti gli attori stanno prendendo le distanze.
Certo è un bel guaio! Perché per salvare la faccia bisogna combattere accanto a Bashar Al-Assad  e contro i Jihadisti  (che all'inizio del conflitto furono armati per combattere contro il dittatore siriano) quindi si deve trovare una formula che consenta di dire che lo si fa senza farlo. Buona fortuna!
Ma intanto i Jihadisti, che non hanno più ufficialmente alcun alleato come fanno a finanziare la guerra?
Hanno raffinerie e pozzi. Vendono il petrolio di contrabbando!
Dio Santo, ma non lo vendono mica con una pompa di benzina! Ci saranno autobotti e petroliere che lo trasportano e qualcuno che l'acquista! Possibile che non sia possibile fermare questo commercio?
Beh, meglio fermarsi qui ... perché alla fine ci si sente presi, diciamolo pure, per il culo.

Il cielo è sempre più blu ... e si vedono le coste del Portogallo.






venerdì 29 agosto 2014

Fottutissima Sicilia


Come al solito non riesco a mantenere i miei propositi di lettura.
Sono partito per le vacanze d'agosto con sei libri e ne ho letti solo due!
Quando torno in Sicilia sono distratto dalla vita e dai ritmi locali ... tutto sembra scorrere più lento e pare che il tempo si dilati, forse per il caldo.
Non ho neanche scritto molto, anzi decisamente poco.
Beh, me l'aspettavo ad essere sincero! Trascorrere un po' di settimane in Sicilia m'aiuta a fare il carico di sensazioni ed occupo il tempo riempiendo la mia bisaccia che poi porto con me quando lascio l'isola. Una volta lontano, quando il lavoro non m'assorbe, frugo nel sacco dei ricordi e ne tiro fuori uno, alla rinfusa. Me lo tengo un po' dentro per alimentare la nostalgia e quando questa diventa insopportabile mi metto a scrivere.
Li centellino io i ricordi, perché non si consumino subito.
Una volta riportati su un foglio evaporano e non ritornano più nella bisaccia. Volano come uccelli migratori e forse tornano in Sicilia ... anzi, ci tornano di sicuro perché mi accolgono festanti appena il mio piede tocca il suolo isolano.
Tante volte sono partito e tante volte sono tornato più ricco d'esperienze nuove ... conoscenze che m'aiutano a capire meglio la mia terra. Sì, perché la Sicilia io la capisco guardandola dal di fuori. Se fossi rimasto non avrei compreso probabilmente tante cose come accade a molti siciliani che, pur non avendo mai oltrepassato lo Stretto, credono d'aver capito tutto, incluso ciò che accade nella loro isola.
Quest'anno ho avuto una botta di presunzione e penso d'aver capito qualche cosa anch'io.
La cartina di tornasole mi è stata data da un pamphlet scritto da un siciliano D.O.C., un signore che non conoscevo ... Pietrangelo Buttafuoco (mi scuso con lui, ma da più di dieci anni vivo all'estero). L'ho cercato su Wikipedia: sembra un signore con un buon curriculum anche se le sue origini politiche, che sono missine, mi hanno deluso un po' ... ma chi si ricorda oggi del M.S.I.? Io ho fatto il liceo al Berchet quando ci si picchiava con quelli del M.S.I, poi s'è passati alla spranga e s'è finiti alla P38!
Brutti tempi, anche quelli!
Comunque il signor Buttafuoco ha una prosa "caustica" che scortica vivi, un vero lanciafiamme! Forse per questo che non si chiama Mangiafuoco anche se, in qualche fotografia, ne ha l'aspetto soprattutto quando lascia che la barba cresca.
Ma cosa c'entra il signor Buttafuoco con il mio lento evolvere nella comprensione delle vicende siciliane? C'entra, perché ha scritto "Buttanissima Sicilia" (attributo che uso anche io certe volte scrivendolo con la "u" ed altre con la "o" secondo il contesto). Nel suo pamphlet riporta tante cose che condivido ed altre che hanno fornito delle conferme su dei miei sospetti.
Che cosa sospettavo?
Che il Governatore della Sicilia fosse un pallone gonfiato (posso usare quaquaraquà, signor Buttafuoco?), per esempio!
Incominciai a pensarlo quando lessi per caso un articolo su di lui sul The New York Times. C'inciampai all'aeroporto, in attesa d'un volo.
- Minchia, ma guarda quanto è spacchioso questo Crocetta! Avevamo Superman e non lo sapevamo! -
Dopo aver letto l'articolo che era intitolato "Can a gay, catholic liftist actually squelch corruption in Sicily?" ("Un omosessuale cattolico di sinistra può reprimere la corruzione in Sicilia?". Non preoccupatevi non ho una così buona memoria: sono appena andato a cercarmelo di nuovo!) pensai come ogni buon siciliano:
- Ma come mai nun ci spararu a chistu (come mai non l'hanno ammazzato a questo)? - 
E mi venne il sospetto che forse qualcosa d'anomalo c'era, perché in Sicilia i Superman non vengono uccisi dalla Kryptonite ma ammazzati da proiettili o dinamite (inutile che vi riporti dei nomi, sono più o meno sono noti a tutti!).
E questo pensiero fu sufficiente per rendermi diffidente nei confronti dell'immagine di salvatore della patria (della regione) che il nostro Governatore vuole propinare.
Lo so, sono malfidente ma sempre siciliano sono e ... scusate, non è poco!
Quindi, signor Buttafuoco, penso che la sua Crociata contro Crocetta (questo gioco di parole non sono riuscito a trattenerlo. Mi è sgusciato fra i polpastrelli!) mi sembra giustificato poiché dalle parti nostre lo si definirebbe tutto spacchio e pirita (mi lancio in una traduzione non letterale: tutto fumo e niente arrosto!)
Quanto a lei, signor Governatore, non interpreti queste mie parole come un richiamo all'estremo sacrificio (la autorizzo a toccarsi  i suoi attributi maschili!) ma giusto un'invocazione all'understatement (uso l'inglese. Lei, che è poliglotta, potrà capire!) del suo protagonismo che scade nella comicità di un cabarettista di bassa lega. E la situazione in Sicilia è tutto tranne che comica ... anzi diciamolo ... è tragica! Forse più di quanto Eschilo (che pure la nostra isola la conosceva bene!) avrebbe mai potuto immaginare!
Ma c'è un altro argomento che condivido in toto col signor Buttafuoco: l'abrogazione dello statuto speciale della regione siciliana!
Se mi permette, novello Catone siciliano, aggiungo una freccia nella sua faretra!
Qual'è la giustificazione storica che fu messa alla base dell'autonomia della regione siciliana?
Eh già, perché l'autonomia la si da quando ci sono delle tradizioni radicate culturali, linguistiche e d'indipendenza storica. Sennò come giustificarla?
Non c'è alcuna giustificazione perché la Sicilia ... ma che minchia d'indipendenza ha mai avuto?
Siamo stati sempre dominati e forse bisogna risalire a prima dell'arrivo dei siculi per registrare una presenza autoctona, ma già si parla di preistoria! Poi, sono arrivati tutti ad occuparci: siculi, fenici, greci, romani, bizantini, arabi, normanni, svevi, spagnoli ... per finire con i borboni ed i piemontesi che, guarda caso, fecero l'Italia.
Perché ci fu data l'autonomia (che è una forma d'indipendenza foraggiata) allora? ... perché fu compiuto il primo accordo Stato-mafia (ma sì, che la smettano di babbiare dichiarando che lo Stato ha fatto accordi con la mafia solo negli anni novanta!) per dare un contentino agli indipendentisti, che sparacchiavano a destra ed a manca, ed ai latifondisti a cui si volevano togliere i privilegi feudali. La Sicilia era, inoltre, una bella riserva di voti e quindi la si lasciò in mano alla mafia chiedendo che non si rompessero più i santissimi al resto del paese! Ed i siciliani che non sono mai stati abituati a governarsi, che hanno fatto in questo mezzo secolo d'autonomia (la costituzione della regione siciliana è antecedente a quella dello Stato italiano)?
Minchiate, solo grandissime minchiate!
Quale senso d'unità possono possedere i siciliani che per millenni hanno fatto del futti, futti cu Signuri pedduna a tutti (fotti, fotti che tanto il Signore t'assolve!) il loro grido di battaglia!
Si sono comportati come dei bambini che da niente sono diventati proprietari d'una Ferrari! Non sapendola condurre l'hanno ben sbatacchiata ammaccandola e rovinando anche la meccanica. Ed adesso? ... adesso stanno puntando dritti verso il precipizio. Cosa fare? Togliere la Ferrari, portarla dal meccanico e lasciare che la guida sia assistita non ... autonoma!
Insomma ... stop, time out!
Lasciamo che le nuove generazioni abbiamo il tempo di formarsi, di generarsi e di spogliarsi di paludamenti isolani che ne impediscono i movimenti, che s'affranchino dalle colpe dei padri! Sì, il problema è proprio questo!
Ultimamente ho parlato con alcuni giovani, miei conterronei.
- Eh sì, la vostra generazione è stata fortunata! Vi prendevate la laurea che serviva, avevate i concorsi, c'erano i finanziamenti! - mi hanno detto ... (mi scusi, signor Buttafuoco, chiedo venia ma adesso vorrei rivolgermi ai più giovani.)
Forse tutti questi vantaggi c'erano, per i soliti furbi ... ma a che prezzo?  ... ed in ogni caso, a cosa serve ricordarlo? Forse per giustificare quella sensazione di sentirsi sconfitti senza neanche aver cominciato la vera pugna? Dandosi perdenti già alle prime scaramucce perché si soffre della ineluttabilità d'un destino ingrato? ... basta, per favore, non inoltratevi su questo sentiero che fete (puzza) dell'immondizia di noi, vostri padri, vostri nonni!
Rimpianti d'un passato felice? Ma di cosa parlate? D'illusioni. Del polo petrolchimico di Augusta, di Gela o della Fiat a Termini Imerese?
Che cosa è restato o cosa resterà di tutto ciò ben presto?
Degli impianti arrugginiti e rischiosi a causa della mancanza di manutenzione, delle bellissime spiagge e dei siti naturali ed archeologici irrimediabilmente inquinati e sottoposti a scempio.
Questo sviluppo industriale ha fermato l'emigrazione? L'assistenzialismo? No, non li fermò.
Quindi nessun rimpianto, ve l'assicuro.
Forse sorriderete leggendo quello che scrivo ma voi, se lo volete, avete un vantaggio rispetto a noi: siete liberi! Liberi da legacci e legacciuoli che tutte quelle false promesse hanno rappresentato impedendo qualsiasi movimento e che, alla fine, hanno portato ben poco beneficio all'isola.
Non crediate che la generazione che vi ha preceduto e che s'è illusa di vivere nel benessere, l'abbia veramente conosciuto. Coloro che vi hanno preceduto sono stati dei mendicanti del posto fisso, degli illusi. Voi potrete effettivamente vivere nel benessere, se sapete crearvelo!
Forse è arrivato il momento che anche in Sicilia si parli di sostenibilità (lo so è una pessima traduzione del termine inglese sustainable, ma ormai è entrata nel linguaggio corrente!) .... gl'investimenti sopracitati sono stati tutto tranne che sostenibili ed i fatti lo dimostrano. Cos'è sostenibile?
Il suolo sopra cui camminate, la vostra terra è la vostra ricchezza, è bella e piena di tesori.
Il mondo non aspetta altro che conoscere la Sicilia, ma la Sicilia non è ancora abbastanza ospitale. Bisognerebbe che voi ci crediate di più  ... che vi convinciate che in Sicilia le bellezze naturali, i panorami, le chiese dimenticate, le vestigia del passato abbandonate e trascurate, i palazzetti vetusti e mezzo diroccati, l'alto potenziale agro-alimentare, la ricca cucina, il bellissimo mare, l'artigianato ... sono le cose veramente sostenibili ... ce l'abbiamo da secoli!
Quanto lavoro può portare il turismo?
Tanto, soprattutto se ad esso associamo l'indotto per risistemare strade (inutile ricordarvi della Catania Gela, è deprimente!), restaurare case, palazzi, rendere accoglienti gli aeroporti, gli alberghi, pulire le città, sviluppare i servizi.
- Bravo, ma i soldi? Chi finanzia tutto ciò? -
Non la Regione (non ha neanche i soldi per comprarsi la corda che servirebbe ad impiccarsi!), non lo Stato Italiano (non ha neanche più gli occhi per piangere!) ma gli stranieri. Sì proprio loro! Quelli che vivono lontano della Sicilia ... in altri paesi ed in altri continenti. Bisogna venderla un po' questa Sicilia, tanto non ve la possono portare via! Devono metterci solo un po' di soldi per renderla più bella e per poi goderne i frutti e voi con loro!
Non bisogna scoraggiarli, ma motivarli ed attrarli con moine accattivanti proprio come le buttanissime!
- Signor Itolo, un'ultima domanda: la mafia, dove la mette la mafia? -
La mafia siamo noi se continuiamo ad accettare futti, futti cu signuri pedduna a tutti perché, l'onorata società vive e germoglia dove non c'è il senso del rispetto comune ... ed inoltre ama l'arricchimento veloce e rapido.
Ciò che io auspico è un investimento sul lungo periodo, sostenibile per l'appunto. Il vostro lavoro gioverà a voi, ai vostri figli, ai nostri nipoti. Voi dovete essere capaci di fare quello che noi non abbiamo fatto, non per incapacità ma perché non ci abbiamo nemmeno tentato ... abbiamo preferito la vita facile quella del posto fisso, della Forestale, del sussidio per la disoccupazione ... quella di chi s'accontenta d'un piatto di lenticchie.
Quando c'era qualcuno che prospettava il ponte sullo stretto di Messina, la mafia si fregava le mani. A chi sarebbe servito questo caspita di ponte?
Non certo agli stranieri che per venire da noi non t'attraversano mica tutto lo Stivale. Un volo, qualche ora ed hop ci siamo!
No, il ponte era la solita minchiata che avrebbe arricchito la mafia ed assicurato migliaia di voti ai politici!
... ma adesso ritorno verso di lei signor Buttafuoco perché tutti questi mea culpa mi rendono triste!
Adesso, lo sa, capisco meglio anche il titolo del suo j'accuse ... Buttanissima Sicilia!
Infatti penso che la Sicilia debba di nuovo vendersi come le buttane, come ha sempre fatto! Siamo pratici: cosa c'è di male?
Cerchiamo d'essere storicamente realisti: mi dica chi ha fatto bella la Sicilia?
I suoi clienti.
Quelli a cui s'è sempre prostituita: fenici, greci, romani, arabi, normanni e spagnoli! Sono loro che l'hanno ingioiellata! E lasciamo che continuino a farlo! ... alla faccia dello stupido e declamato "onore" che non abbiamo mai avuto.
Attenzione ... gli stranieri devono essere "clienti" e non sfruttatori perché (e qui ci metto un po' d'orgoglio, eh che minchia!) proprio buttana, buttana non deve essere ... ma piuttosto "cortigiana" anzi, visto che ci siamo diciamo escort!
Che ne dice signor Buttafuoco?
Le piace?
Ok ... e sia! ... Escortissima Sicilia!