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lunedì 16 dicembre 2013

Una domenica mattina e la pisciatina del cane

Guardo la strada sottostante attraverso i vetri della porta-finestra. E' domenica mattina e me ne frego se qualche passante mi vede in mutande e t-shirt ... sorseggio il caffè.
Ma come deve sentirsi un artista quando riesce a fare qualcosa di veramente bello, un'opera d'arte ... una performance artistica che sia in assoluto considerata superiore?
Attende il ritorno del pubblico, cerca i complimenti? Ne hanno bisogno? O crea per se stesso?
Come ci si sente quando si compiono imprese eccelse, quando si è capaci di dare fare qualcosa che celebri le capacità espressiva dell'uomo?
Come si sono sentiti Mozart, Beethoven, Raffaello, Michelangelo, van Gogh, Giotto, Dante, Shakespeare, Tolstoj ... insomma tutti quelli che conosco (ahimè solo i più noti, forse)?
- Stanchi e svuotati ... ecco come si sono sentiti. - mi rispondo.
Una signora passa sul marciapiede di fronte con passo affrettato. Deve aver freddo perché si serra dentro il suo soprabito imbottito. Deve avere una quarantina d'anni. Si sente osservata perché solleva lo sguardo verso di me. Ci guardiamo. Io in mutande al caldo, lei intabarrata al freddo.
Le faccio un cenno di saluto alzando la tazza di caffè, lei abbassa lo sguardo.
Il videocitofono suona.
Attraverso lo schermo vedo una testa conosciuta.
- Ciao Giovanni. Che ci fai qui a quest'ora? Alle otto di domenica mattina? -
- Sapevo che ti avrei trovato alzato ... mi fai entrare? -
- Certo, scusa. -
Apro la porta d'ingresso. La vicina è sul pianerottolo col grosso cane al guinzaglio in attesa dell'ascensore.
- Bonjour. - le dico
- Bonjour. - mi risponde.
Ma perché mi guarda in quel modo così strano?
Oh minchia! Sono in mutande.
Non faccio un solo gesto per sottrarmi al suo sguardo anzi non abbasso d'un solo millimetro lo sguardo. La non challance è la tattica migliore in queste situazioni. Eppoi io sono un "mutandista" mattiniero irriducibile!
Il cane mi guarda stupito anche lui è abituato a vedermi in giacca e cravatta.
Finalmente la porta dell'ascensore s'apre e nel vano pieno di luce appare Giovanni. Ha il capotto sbottonato e s'intravede lo smoking. Non porta la cravatta e la camicia è aperta sul collo. Il mio amico sguscia fuori mentre la vicina, tirata dal cane pressato dalla sua vescica, si scaraventa dentro l'ascensore.
- Come mai così mattiniero? Che ci fai in smoking? - dico chiudendo la porta.
- E' la tenuta per fare Eyes Wide Shut. -
- Hai fatto un orgia mascherata a quest'ora del mattino? -
- No, ieri sera ... ma comunque è finita nelle prime ore del mattino. Ma non sono tornato a casa ... sono stato in giro per la città aspettando l'ora giusta per venire da te. -
- Beh, fai dei progressi ... quasi un mese fa ti sei presentato in piena notte di ritorno da una notte scandalizzato per l'esuberanza orale di Jacqueline mostrata con uno sconosciuto ... mi sembra che d'allora voi abbiate fatto abbastanza progressi, mi sbaglio? -
Siamo seduti nelle poltrone del soggiorno.
- Sì, va tutto bene ... siamo contenti ... ma non siamo i soli a voler fare certe esperienze. -
Lo guardo perplesso. Lui sospira e mi dice:
- Anche Veronique sembrerebbe ... ieri sera era nella medesima festa. -
Il mio sguardo continua ad essere perplesso ... anzi mi sembra di non capire.
- Italo, Veronique era a fare Eyes Wide Shut. -
- Capisco ... - riesco a dire.
Silenzio.
- Come l'hai riconosciuta? -
- Portava la maschera che tu le avevi regalato di ritorno da Venezia.-
Lascio la poltrona e m'avvicino alla porta-finestra, guardo fuori.
La vicina trascinata dal cane rischia di cadere scendendo dal marciapiede. L'animale raggiunto un palo, alza la zampa e, con uno sguardo estasiato, lo zampilla.
Mi volto e guardo fisso negli occhi Giovanni.
- No, ti giuro che non l'ho trombata ... e che diamine! Sono un maiale ma con un briciolo di etica ... non tromberei mai la donna d'un amico! - dice.